Renata Polverini, candidata per le europee nella Circoscrizione Italia Centrale, domani presenta ‘Amami/Insieme per la Pace’

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Per le europee troviamo candidati ex presidenti della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e Renata Polverini, all’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino. Ma c’è anche chi dalla Regione, come l’ex assessore alla Sanità di Zingaretti, Alessio D’Amato, la capogruppo della Lega, Laura Cartaginese, e la consigliera di Italia Viva Marietta Tidea, sogna di fare il grande passo e approdare in Europa. Sono queste alcune delle sfide che caratterizzeranno la battaglia delle preferenze a Roma e nel Lazio alle prossime Elezioni Europee in programma l’8 e il 9 giugno 2024. Urne aperte dalle 14 alle 22 di sabato 8 e dalle 7 alle 23 di domenica 9 giugno.

Sono state pubblicate le liste con i candidati alle Elezioni Europee che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno 2024, con il Lazio che fa parte della Circoscrizione Italia Centrale, che comprende anche Umbria, Marche e Toscana. Gli elettori potranno esprimere fino a un massimo di tre preferenze e nel caso di più preferenze espresse, devono riguardare candidati di sesso diverso. Un uomo e una donna, nel caso di due preferenze. Due uomini e una donna oppure due donne e un uomo nel caso di tre preferenze espresse.

In questo articolo ci soffermiamo sulla ex presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che ascoltiamo:  ‘Vogliamo arrivare all’elezione diretta del presidente della Commissione, perchè oggi è di fatto un tecnico: vogliamo che siano i cittadini dei Paesi a individuare un presidente che abbia una sua forza e non dipenda più dai Paesi che lo hanno votato. Chiediamo anche maggiori poteri al Parlamento Europeo, perchè in alcune circostanze è un pò il passacarte della Commissione, e poi soprattutto vogliamo eliminare la politica dei veti, per cui è un paese può bloccare tutti gli altri anche su grandi questioni che impattano realmente sulla vita dei cittadini.  Volevo dare una mano al partito, nel momento in cui tutti lo davano per morto. E poi volevo dare una mano a cambiare questa Europa, nella quale sono convintamente dentro, che abbiamo visto crescere anche se forse non l’abbiamo fatta crescere così bene come i nostri giovani avrebbero meritato. Con il voto possiamo cambiarla. Il Covid e la guerra ci hanno fatto capire che l’Europa fintamente unità non può funzionare. Una delle grandi questioni che andranno affrontate subito è la difesa comune europea. Rispetto alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sulla possibilità di inviare soldati europei in Ucraina, su questo c’è una posizione ferma dell’Italia: non chiediamo agli italiani di andare in guerra, ma le parole di Macron ci dicono che dobbiamo andare veramente verso una difesa comune, dove ci sia un capo che parla quando tutti i Paesi sono d’accordo. Questa Europa su alcune grandi questioni ci mette in difficoltà, ad esempio, la nuova direttiva sulle case green preoccupa molto i nostri cittadini: la transizione può essere fatta, ma nel rispetto dei territori, delle persone e della cultura: bisogna guardare alle storie – anche sociali, non soltanto economiche – e poi, con gradualità, sicuramente potremmo accompagnarla. Tra le esigenze più sentite dalla popolazione c’è sicuramente la salute e c’è una disparità rispetto al Paese in cui si nasce o si vive che non è accettabile per un diritto che è sancito dalla Costituzione. Il governo nazionale deve fare una riflessione profonda, mentre al momento l’Europa può fare molto poco: il prossimo Parlamento Europeo deve anche cambiare le materie sulle quali l’Europa interviene. Non è possibile che l’Europa non dia delle indicazioni per la salute delle persone. Sono rimasta sconvolta dalla notizia degli arresti domiciliari per il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Oggettivamente andare a prendere a casa un presidente di Regione è un atto che sconvolge chiunque. Quando sei lì, ti senti senza rete, non hai un minimo di garanzia o di copertura come i parlamentari che hanno delle garanzie che sono state loro attribuite dalla Costituzione. Nel caso di Giovanni Toti, mi auguro sinceramente che la cosa si possa risolvere in un nulla di fatto e continuo a dire che dobbiamo essere garantisti fino al terzo grado di giudizio. Questo potrebbe anche riaprire la discussione sul finanziamento pubblico ai partiti, perchè oggi se vuoi fare politica e se ti vuoi candidare, se devi comprare e affiggere un manifesto hai bisogno di risorse, altrimenti stiamo andando verso la democrazia solo per i ricchi’.

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