Roma – Anche 5 baresi tra i 38 “daspati” dalla questura di Roma per la manifestazione pro Palestina

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Ci sono, anche, tre baresi tra le trentotto persone raggiunte alle quali è stato notificato un foglio di via dalla capitale per gli scontri di sabato scorso contro le forze dell’ordine in occasione della manifestazione pro Palestina a Roma. Nel corso della manifestazione sono rimasti feriti ventiquattro agenti delle forze dell’ordine venti dei quali della Polizia di Stato e quattro della Guardia di Finanza. Il gruppo dei manifestanti baresi si sarebbe uniti ad alcuni altri facinorosi provenienti da Milano, Perugia, Firenze, Varese, Livorno, Campobasso, Modena, Torino, Catania, Napoli e Salerno con i quali, secondo gli investigatori, avrebbero dato vita ad azioni di violenza e a una vera e propria guerriglia urbana. I cinque ragazzi baresi, inchiodati dalle immagini delle telecamere degli uomini della Digos, la divisione investigazioni generali e operazioni speciali della polizia apparterrebbero al centro sociale della “ex caserma liberata” e avrebbero un’età che va dai venti ai trent’anni e sarebbero tutti originari della città di Bari e attivisti di centri sociali. Loro sarebbero stati denunciati a piede libero con varie accuse come lesioni personali e attività eversive. Negli scontri, avvenuti, per lo più nella zona di Porta San Paolo, sono state lanciate contro le forze di polizia diversi fumogeni, bombe carta e pali di ferro della segnaletica stradale. A quel punto gli agenti in tenuta antisommossa, protetti dagli scudi, hanno risposto alle cariche con manganelli e idranti. Pesante è stato il bilancio della manifestazione finita in guerriglia è pesante. In poco più di trenta minuti di scontri tra manifestanti e polizia ci sono stati quattro fermi, tra cui uno arresto, per rispondere del reato di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Secondo i dati ufficiali della questura di Roma, sabato pomeriggio, sono stati oltre duecento gli attivisti allontanati prima della manifestazione tra cui cinquantuno di loro muniti di foglio di via obbligatorio perché già gravati da precedenti per reati contro l’ordine pubblico. Adesso sarà compito degli investigatori baresi, insieme ai colleghi romani, stabilire se queste persone avevano organizzato tutto precedentemente studiando un piano di attacco che li avrebbe portati a mischiarsi con i pacifici manifestanti. Al vaglio anche eventuali collegamenti tra loro attraverso l’esame dei tabulati telefonici dei cinque baresi con quello delle altre trentatré persone identificate e raggiunte dal provvedimento di allontanamento coatto dalla capitale. I cinque baresi al momento sarebbero stati raggiunti da una sorta di Daspo, il divieto di accedere a manifestazioni sociali e politiche, in questo caso. Se dovessero essere accertati collegamenti tra i manifestanti finalizzati alle attività di violenza potrebbe scattare, per loro, la pesante accusa di associazione a delinquere per fini sovversivi ed eversivi.

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