Romania: netta vittoria dei partiti europeisti

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A pochi giorni dalla fine delle elezioni locali ed europarlamentari, possiamo effettuare un’analisi distaccata dei significati, per la Romania, di questo momento importante. Alcuni analisti occidentali hanno già affermato che l’elettorato romeno sarebbe incline, dopo le elezioni del 9 giugno, alla radicalizzazione. Inoltre, si sostiene che la nuova generazione, entrata in questa occasione nel gioco politico, votando per la prima volta, è stata spinta a votare con la destra radicale anche dalle nuove tecnologie, in particolare dalla piattaforma Tik-Tok.

In relazione a quanto sopra, occorre precisare che a differenza di altri Stati europei – soprattutto Francia, Belgio, Austria – in Romania i dati risultanti dal voto non possono indurre ad una simile interpretazione. Se nei paesi citati i partiti di estrema destra o sovranisti si sono posizionati al primo posto, nel caso della Romania le percentuali ottenute dalle due formazioni che assumono un orientamento sovranista e nazionalista non le collocano al primo posto.

I risultanti mandati degli europarlamentari rappresentano un aspetto ancora più rilevante dalla prospettiva di cui sopra: dei 33 mandati che la Romania detiene nel Parlamento europeo, 19 sono stati ottenuti da rappresentanti della coalizione PSD-PNL, partiti europeisti, 3 mandati sono andati all’ADU (Alleanza della Destra Unita), che riunisce sempre formazioni europeiste, 2 mandati per l’UDMR (Unione Democratica degli Ungheresi in Romania), anch’esso partito democratico europeista, mentre AUR ha ottenuto 6 mandati e SOS Romania 2.

Gli ultimi due partiti, Alleanza per l’Unione dei Romeni e SOS Romania, sono formazioni che assumono sovranità e nazionalismo. Nel loro discorso politico incontriamo numerosi accenti antieuropei, ma anche elementi demagogici e populisti. Vediamo che, al di là del fatto che i due partiti sono entrati al Parlamento europeo, tuttavia le elezioni locali ed europarlamentari – rilevanti dal punto di vista del messaggio politico – sono state vinte da una coalizione formata dal Partito socialdemocratico e dal partito Partito Nazionale Liberale.              

Naturalmente, le elezioni appena concluse rappresentano un vero e proprio test elettorale in vista delle elezioni autunnali di quest’anno, cioè quelle parlamentari e presidenziali che si svolgeranno in Romania. Sarà un vero test e si vedrà come i partiti europeisti riusciranno a preservare almeno il risultato ottenuto il 9 giugno. A livello europeo assistiamo a una radicalizzazione a destra dell’elettorato, soprattutto delle giovani generazioni. La Romania era e rimane dopo le ultime elezioni un paese con un elettorato a maggioranza europeista.

Antoniu Martin, storico e analista politico

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