Il Covid con le sue morti e le sue conseguenze postume ha creato negli italiani la preoccupazione per la qualità del sistema sanitario nazionale. Rispetto al 2022, la percentuale dei cittadini italiani che ha indicato questo argomento tra i più importanti o addirittura più importante delle stesse guerre, ha superato il 40% . Tutte le altre questioni, le tasse, la disoccupazione, le stesse guerre, pur occupando sicuramente un posto importante, non affliggono i cittadini quanto quello della sanità. Il fatto che le guerre siano lontane dai nostri confini, sembrano preoccupare di meno gli italiani. Pare che la popolazione italiana abbia messo al secondo posto la preoccupazione per la disoccupazione, per il costo della vita che a causa dell’ inflazione aumenta sempre di più, per la sicurezza, per l’ aumento delle tasse, la corruzione politica, la delinquenza. Si sta risvegliando l’ interesse per la scuola che inevitabilmente riguarda il futuro delle giovani generazioni e con esso il futuro del Paese. L’ ansia per la salute deriva dalla paura di ammalarsi e dalla accresciuta sensazione che la Sanità funziona sempre peggio. In rete si leggono notizie di sempre più persone morte di tumore o malori improvvisi. Quindi le cosiddette paure collettive, come le guerre e i cambiamenti climatici, restano sullo sfondo. Quest’ ansia, forse è alimentata dalla solitudine che ci fa ammalare. Un tempo, una buona parte della nostra vita era data alla comunità.Oggi non più. Dopo il Covid , il pericolo scampato non ci ha rilassati, ma ci ha fatto rimanere contratti, concentrati sulle nostre paure di ammalarci. Colpa è anche della politica, che una volta era presente nella vita della gente, che non chiamava i cittadini solo il giorno delle elezioni, ma partecipava alle loro vicende. La paura di ammalarsi non colpisce solo gli anziani, ma anche i giovani, i bambini, i ricchi e i poveri. E’ vero che la vita si è allungata e si appare giovani anche a sessant’ anni, ma è solo un’ immagine di superficie. Sembra quasi che siamo difronte ad una depressione di massa ed è arrivato il momento di farvi i conti. Insomma, la salute è diventata una vera emergenza nazionale e richiederebbe un piano nazionale di assistenza psicologica, una sorta di rigenerazione della comunità con un’ offerta di servizi sanitari adeguati alle esigenze di tutti. Non bastano i provvedimenti tampone per tirare avanti. C’è bisogno di una politica che ci aiuti a riconoscere le nostre difficoltà vere , non quelle immaginarie. Una società depressa e spenta genera una democrazia insensata. La solitudine non è individuale, ma collettiva. E’ un problema socio -politico da affrontare prima che sia troppo tardi.