“Sono stato a colloquio con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano La Stampa: mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all’organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata”. Lo dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo aver incontrato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
La Boccia mantiene il suo punto sostenendo ancora una volta di ‘non aver mai pagato nulla’. Sostiene che: ‘i viaggi li organizzava la segreteria del ministro’. La ragazza di Pompei, dopo aver trattato da mentitrice la premier Giorgia Meloni, è andata a parlare della sua versione della vicenda su Instagram. Giorgia Meloni, a questo punto, convoca il ministro Gennaro Sangiuliano che viene trattenuto per quasi due ore a Palazzo Chigi. Al termine del colloquio il ministro diffonde una nota difensiva: “Sono stato a colloquio con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano ‘La Stampa’: mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all’organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata”.
“Il gabinetto ha riscontrato potenziali conflitti di interesse”, scrive Sangiuliano per giustificare la mancata nomina della Boccia. “Quando lo avrebbe riscontrati?” si chiede la donna. “Durante le vacanze estive? Il capo di gabinetto era presente da remoto alla riunione del 15 agosto perché era in ferie. Sotto l’ombrellone ha verificato i miei potenziali conflitti di interesse? E soprattutto quali sono?”. Sangiuliano scrive che, per via di questi conflitti di interesse, non ha dato seguito alla nomina. “Siamo sicuri che non ci sia mai stata?” dice la Boccia. Che fa intendere di avere una registrazione che mette spalle al muro il ministero. “A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile… La riascoltiamo insieme ?”.
Boccia sostiene di aver partecipato anche a diverse riunioni operative sul G7 di Pompei, al contrario di quello che dice Sangiuliano. Prima, in risposta alla Meloni che aveva sostenuto che la donna non avesse avuto accesso a informazioni riservate, ha pubblicato alcuni documenti interni. Poi “Non abbiamo mai fatto riunioni operative?” si è chiesta ironicamente. “Non abbiamo fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?”.
Sangiuliano ha sostenuto di non aver impegnato per lei alcun euro del ministero. Ed è su questo anche che Meloni ha fissato anche la linea di difesa del suo ministro.
Le opposizioni non restano in silenzio. E vanno all’attacco. Italia viva lancia una petizione, a prima firma Ivan Scalfarotto, per chiedere le dimissioni di Gennaro Sangiuliano. “Il ministro della Cultura non solo ha mentito, non solo con il suo comportamento ha esposto Pompei, patria della cultura, al ridicolo, ma ha anche messo a rischio la sicurezza del G7. Per questo la sua presenza al governo in un ruolo così delicato non è più sostenibile. Con una firma chiediamo di restituire la cultura italiana a mani più serie, più competenti, più capaci”, si legge sul sito di Iv.
Chiede chiarezza il Partito democratico: “ “La difesa d’ufficio del governo che arriva per bocca della presidente del Consiglio viene smentita in diretta sui canali social della ‘consigliera del ministro mai formalizzata’ che ha pubblicato foto di alcuni documenti legati al G7 Cultura che le sono stati condivisi. È la prova che quanto riportato da Sangiuliano a Meloni non corrisponde esattamente al vero e coinvolge adesso la più alta carica del governo in questa imbarazzante vicenda. Può un ministro mentire alla presidente del Consiglio per cercare di auto-scagionarsi da una situazione dai contorni così poco chiari? – osserva la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi – Anche la ricostruzione di Sangiuliano contenuta in una lettera pubblicata su La Stampa viene messa in discussione dalle repliche della ‘consulente mai formalizzata’ che, sempre sui social, risponde punto su punto e sostiene di non aver mai pagato un euro per i suoi viaggi con Sangiuliano dal momento che venivano organizzati direttamente dalla segreteria del ministro”. Una cosa però è sotto gli occhi di tutti, continua Manzi, “la dottoressa Boccia, su cui il Gabinetto del ministro avrebbe riscontrato potenziali conflitti di interessi, ha avuto accesso a informazioni sensibili e riservate sul prossimo G7 Cultura e ha partecipato in più occasioni a incontri con funzionari dello Stato in cui si è parlato di questioni economiche e strategiche e di investimenti culturali. A che titolo ha partecipato? Sangiuliano – aggiunge l’esponente dem – deve chiarire nelle sedi istituzionali. Ribadiamo la richiesta al presidente Mollicone di convocarlo in commissione con urgenza”. Idem con patate per le altre realtà politiche dell’opposizione che chiedono ‘coram populo’ le dimissioni di Sangiuliano.
A questo punto, e in ‘zona Cesarini’ arriva la nota degli organizzatori di Polignano: ‘Sangiuliano, Boccia e il suo staff ospiti a spese nostre’
Versione confermata in queste ore dagli organizzatori di alcuni eventi finiti nel mirino della stampa. Il festival Il ‘Libro Possibile’ si è infatti fatto carico delle spese di viaggio e ospitalità per la partecipazione pubblica del ministro Gennaro Sangiuliano e del suo staff il 13 luglio a Polignano a Mare (quindi anche di Maria Rosaria Boccia). A spiegarlo all’ANSA l’organizzazione dell’evento, confermando di aver “sostenuto le spese del biglietto aereo Roma-Bari A/R per il ministro della Cultura e di tre stanze d’hotel destinate al ministro, a un agente della scorta e a un collaboratore. Tutto nel rispetto delle indicazioni ricevute dalla segreteria del ministero”.
Le due trasferte liguri non sono state pagate dal ministero
Nessuna spesa da parte del Mic anche per le trasferte in provincia di Imperia, uno a Riva Ligure lo scorso 11 luglio e uno a Sanremo il 16 luglio. “Ho pagato la trasferta di tasca mia – ha detto il sindaco di Riva Ligure, Giorgio Giuffra – senza gravare sulle tasche dei cittadini, come fanno in silenzio anche i sindaci di altri piccoli Comuni che per motivi sociali o di marketing mettono mano al portafoglio. Solitamente non dico nulla, ma visto il clamore della vicenda, sono costretto a precisarlo”.
Sangiuliano, Boccia e alcuni componenti dello staff dunque sono stati ospiti personali di Giuffra. Se a Riva Ligure Sangiuliano ha compiuto una breve visita del borgo marinaro, partecipando di sera all’inaugurazione dell’evento ‘Sale in Zucca’, al Casinò ha invece preso parte, come autore, a un’edizione della rassegna culturale “I Martedì Letterari”, dove ha presentato il suo libro dal titolo “Giuseppe Prezzolini – L’anarchico conservatore”.
In questo caso è stato il Casinò a pagare la trasferta a Sangiuliano e al suo staff, tra cui appunto la stessa Boccia: il ministro e i suoi collaboratori – precisa il Casinò – hanno ricevuto lo stesso trattamento degli altri ospiti. Sangiuliano ha partecipato come scrittore, non come ministro.
Una vicenda che sembra relegata alle questioni del gossip e non della politica. Sull’ultima bufala, la telefonata di Mattarella con Meloni sul caso Sangiuliano, è intervenuto il Quirinale. “Non c’è stata nessuna telefonata tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni sulla vicenda che riguarda il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per il caso della presunta consulente Maria Rosaria Boccia”. Lo precisano fonti del Colle, chiudendo il caso.
‘Non capisco come si possano chiedere le mie dimissioni, non ho fatto nulla di male, né a livello giuridico, né a livello istituzionale’, sono frasi del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, riportate stamattina dalla Stampa, che parla del caso Boccia.
Nelle trasferte tra giugno, luglio e agosto, dice Sangiuliano, “ho pagato tutto io con la mia carta di credito personale. Pubblico tutto, ricevute ed estratti conto relativi a tutti i posti in cui siamo stati insieme, da Taormina a Polignano, da Sanremo a Milano”. Solo a Riva Ligure “il sindaco ha insistito per pagare tutto lui e siamo stati suoi ospiti”. In alcuni casi, poi, spiega ancora, a saldare l’hotel sono state le società organizzatrici dei vari festival letterari in cui il ministro è stato invitato. Le prenotazioni “non le ha fatte la segreteria del ministero, ma io direttamente dal pc o dall’Ipad”. Per quanto riguarda l’utilizzo dell’auto blu, “che è un’auto con tutela dei carabinieri, che devo usare per ogni spostamento per ragioni di sicurezza, lei ci è salita sempre e solo con me, mai da sola. Sempre per brevi tragitti, magari verso la stazione”.
“Cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione? E Franceschini con la De Biase, prima che diventasse sua moglie?” dice ancora. Un paragone, scrive La Stampa, che suona come l’ammissione di un rapporto privato tra lui e Maria Rosaria Boccia. “È il motivo per cui abbiamo bloccato la sua nomina come consigliera per i grandi eventi – dice – Aveva il curriculum e le carte in regola per svolgere quel ruolo, ma quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato, io per primo ho ritenuto di dover fermare tutto. Dovrebbero applaudirmi per questo”.
“Escludo – dice poi – che abbia ricevuto materiale sensibile o legato ai dispositivi di sicurezza del G7, le cose che ha pubblicato sui social erano già uscite sui giornali e non hanno carattere di riservatezza. Del resto, la gestione della sicurezza non spetta al ministero della Cultura, ma a quello dell’Interno e, in questo caso, alla prefettura di Napoli”.
Nella mail inviata dal direttore del Parco archeologico di Pompei non c’è “nulla che metta a rischio la sicurezza, ma Zuchtriegel, che ha fatto un ottimo lavoro, ha interpretato male, è stato più realista del re, non era necessario mettere Boccia in copia. Il G7 si farà regolarmente a Napoli e a Pompei e io parteciperò senza imbarazzi. Se faranno domande, risponderò che siamo lì per parlare di cultura e amen”. Alla domanda se sia sicuro che sui social della donna non apparirà nulla di compromettente risponde: “Nessun documento sensibile, nessun video, al massimo qualche foto privata, ma nulla di più o qualche messaggio della chat di WhatsApp con i cuoricini, non c’è altro”.
A Meloni dice: “Io sono una persona perbene, non ho fatto nulla di sbagliato, non ho infranto regole. Mi chiedo come si faccia a chiedere le mie dimissioni per questa vicenda costruita sul gossip quando ci sono altri ministri o membri del governo che hanno situazioni molto più complicate della mia”. La storia, a suo avviso, è già finita: “La cosa si è interrotta e basta, non c’è altro da dire”.
“Il tema è semplicemente solo se Sangiuliano ha detto alla Premier tutta la verità oppure no perché, se le cose stanno come dice Sangiuliano, non c’è nessun motivo per dare le dimissioni. Ovviamente tutti aspettano la conferma, quindi da questo punto di vista la difesa del Governo sarà totale. Se le cose dovessero stare diversamente a quel punto si valuterebbe”. Così il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, Lega, ospite a Start su Sky TG24, commentando il caso Sangiuliano-Boccia che sta imbarazzando il ministero della Cultura.
Questo è quanto riguarda la vicenda di Gennaro Sangiuliano, e la sua versione dei fatti, e bisogna riconoscere che diceva il vero quando sosteneva che per la Boccia non era stato speso un solo euro del ministero. Riguardo il materiale sensibile o legato ai dispositivi di sicurezza del G7, le cose, afferma Sangiuliano, che la Boccia pubblica sui social erano già uscite sui giornali e non hanno carattere di riservatezza. Del resto, la gestione della sicurezza non spetta al ministero della Cultura, ma a quello dell’Interno e, in questo caso, alla prefettura di Napoli. Ovviamente non è compito di un giornalista chiedere le dimissioni di un ministro, ne tantomeno di valutare se esista o meno la necessità di chiederle, ma solo di dare una versione fedele di quanto accaduto ed interpretato in modo malevolo o altro. Il giornalista può prendersi la licenza di sottolineare che Sangiuliano si è comportato autenticamente da ‘CONTRASTONE’, per usare un termine messinese: leggi babbeo, grullo o altro che abbia lo stesso senso pratico e canzonatorio. Oppure: tira più l’attrazione femminile che un carro trainato da cento buoi…