Sanità. Decreto liste d’attesa è legge: ecco le novità

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E’ legge il decreto liste d’attesa. La Camera dei Deputati ha approvato, in seconda lettura, con 171 sì e 122 no il provvedimento che diventa ufficialmente legge. Tante le novità introdotte nel testo: l’istituzione presso l’Agenas di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa per monitorare i tempi di erogazione delle prestazioni e il raggruppamento di strutture pubbliche e private convenzionate in un Cup (Centro prenotazioni) unico regionale o intraregionale. Per quanto riguarda i controlli, niente più intervento diretto da parte del ministero della Salute se una struttura fa aspettare troppo i cittadini, ma saranno i Ruas, ovvero i nuovi responsabili dell’assistenza sanitaria, i responsabili del monitoraggio. Oltre a questo testo, composto da sette articoli, è stato approvato anche un disegno di legge – composto da 15 articoli – anch’esso dedicato al piano anti-liste di attesa. Due diversi provvedimenti che per il ministro della Salute Orazio Schillaci sono “frutto di un lavoro che ci ha visti confrontare con Regioni, ordini professionali e associazioni dei cittadini”. Testi che sono stati però accolti da pesanti critiche, sia da parte delle opposizioni che delle Regioni. Queste ultime, chiamate ad applicare la maggior parte delle misure, ribadiscono “l’assenza di concertazione”. La legge relativa alle “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”, punta a intervenire su alcune criticità decennali della sanità e vorrebbe ridurre le lunghe liste d’attesa necessarie per accedere ad alcune prestazioni. L’articolo parla dell’istituzione, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), della Piattaforma nazionale per le liste d’attesa. Di questo strumento dovrà avvalersi il ministero della Salute: l’obiettivo è “disporre per la prima volta di un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie”. La piattaforma nazionale è finalizzata a dialogare con le piattaforme regionali delle liste di attesa affinché questo nuovo sistema di monitoraggio possa superare quello attuale che non consente di conoscere l’offerta di prestazioni rispetto alla domanda. L’articolo 2 introduce un Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria alle dirette dipendenze del ministero della Salute. L’obiettivo è quello di rafforzare le attività del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria istituito nel 2005. Il nuovo organismo verifica il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste. È autorizzato ad accedere a tutte le tipologie di strutture sanitarie per verificare e analizzare le disfunzioni emergenti a seguito del controllo delle agende di prenotazione su segnalazione del cittadino, degli enti locali e delle associazioni di categoria utenti. L’Organismo può acquisire documentazione e richiedere chiarimenti e riscontri a cui le aziende sanitarie e le Regioni interessate hanno l’obbligo di rispondere, anche per via telematica, entro 15 giorni. La legge prevede la nascita, o meglio l’obbligo, di istituire un Cup (codice unico di un progetto) unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato. Prima di questa legge nei Cup regionali il privato convenzionato o non è presente o lo è soltanto in minima parte: per questo si prevede espressamente la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici. Per chi è autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell’accreditamento istituzionale. Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende garantiscono al cittadino la prestazione attraverso il ricorso all’intramoenia o al privato accreditato. C’è inoltre il divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione (le cosiddette agende) e sono introdotte soluzioni digitali per le prenotazioni e il pagamento del ticket. Il Cup deve attivare un sistema per richiamare il cittadino e richiedere la conferma o la cancellazione della prenotazione effettuata, almeno entro due giorni prima dell’erogazione della prestazione, per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate. L’articolo 4 introduce visite ed esami diagnostici anche di sabato e domenica, prolungando la fascia oraria. Per evitare eccessi nell’attività in intramoenia si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria. E’ previsto anche l’incremento del personale con un aumento di spesa di un importo complessivo pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto all’anno precedente. Dal 2025 il tetto di spesa viene abolito e sostituito da un altro meccanismo che non è di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario. La norma va incontro alle richieste delle Regioni di rimozione del vincolo. L’articolo 6 introduce un Piano d’azione per il rafforzamento dei servizi sanitari e sociosanitari nelle 7 regioni del sud destinatarie del Programma Nazionale Equità nella Salute 2021-2027. Mentre l’ultimo  inserisce la Flat tax al 15% per le prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d’attesa.

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