Nella costruzione della coalizione progressista si continua a parlare dell’ esigenza di un centro moderato. Ci sono due modi per affrontare il tema del centro che non c’è. Il primo è individuare una figura esterna ai partiti della coalizione, come fu quella di Romano Prodi per l’ Ulivo, che garantisca la rappresentanza, con la sua storia personale. Il secondo modo è trovare una figura autorevole che abbia le capacità necessarie a costruire un centro moderato nella coalizione. Il primo non appare reale, perché un altro Prodi è difficile che venga fuori nei prossimi mesi; a questo va aggiunta la considerazione che la segreteria del PD Elli Schlein, ha tutto il diritto di correre da candidata Premier, in quanto leader del primo partito dell’ opposizione. Resta attuale il secondo modo, nel senso che il PD dovrebbe conservare l’ ambizione di rappresentare anche gli elettori moderati. Ad oggi la gestione Schlein ha funzionato, perché ha cominciato a recuperare parte degli astenuti e per il ridimensionamento dei 5 Stelle, ma non ha ancora esteso la sua offerta politica alle forze moderate. Per attirarle occorre una proposta politica credibile, non improvvisata. Al PD occorre creare una formazione alla sua destra senza avere la pretesa di guidare dall’ esterno la costruzione o addirittura sceglierne il capo. A guidare deve essere una figura che lavora in proprio . Circolano già dei nomi , tra cui il Sindaco di Milano, Beppe Sala, ma le ipotesi sono tante. In realtà un candidato naturale lo aveva, democristiano per impostazione culturale, doroteo perfetto, ma l’ Avvocato ha scelto di andare altrove. Ha scelto di collocarsi oltre la sinistra di Bonelli e Fratoianni e più a destra di Giorgia Meloni.
Si continua a parlare di centro
Date: