Sigfrido Ranucci contro Don Patriciello e il modello Caivano in ‘Prumesse Mancate’: ‘…non voglio spiegarti come si fa messa’

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Don Patriciello su Facebook scrive a proposito della trasmissione che aveva dedicato un servizio al modello Caivano. «Sono stato intervistato per più di un’ora. Poi con il solito meccanismo del taglia-incolla, il pubblico ha visto al massimo due minuti delle mie risposte». Il parroco nel rione Parco Verde di Caivano chiede a Ranucci: «Ti sembra giusto? Non credi che chiunque, potrebbe, con questo sistema fare dire a chiunque tutto e il contrario di tutto? Un grande abbraccio a te e al caro Luca (Schianca, il giornalista che ha effettuato il servizio ndr). Il tempo, però, è prezioso per tutti. Anche per me. Dio ti benedica».
Il 12 gennaio era andato in onda il servizio dal titolo Prumesse Mancate, in cui l’inviato Luca Chianca mostra i risultati degli interventi del governo in seguito all’implementazione del «modello Caivano», nato in risposta al degrado e alle vicende dell’estate del 2023, tra cui il caso delle cuginette di 10 e 12 anni vittime di abusi sessuali ripetuti da parte di un branco di giovani del Comune in provincia di Napoli.
«A una persona – in questo caso il sottoscritto ma potrebbe essere chiunque – viene chiesto di rilasciare un’intervista su una questione delicatissima. Costui accetta per rendere un servizio. Cerca di essere esaustivo. Risponde a mille domande. Viene tenuto, dal tuo inviato, impegnato per più di un’ora. Poi con il solito meccanismo del taglia-incolla, ai telespettatori, di quella intervista, vengono offerti al massimo due minuti», insiste don Patriciello.

Ranucci prima ammette di non aver visto il girato, poi si paragona a Wojtyla
La replica di Ranucci è più curiale di quella del prete campano. «Mi dispiace leggere le tue critiche per come è impostato un programma televisivo, è un po’ come se avessimo noi di Report la presunzione di spiegarti come si fa messa. Mi spiace anche che tu sia stato costretto a mettere la faccia su domande alle quali avrebbe dovuto rispondere il Commissario di Governo Ciciliano, che invece ha preferito far esporre te. Premesso questo, un’intervista lunga serve a chi non conosce un contesto per farsi un’idea, poi a verificare e dare conto infine al pubblico delle criticità e delle risposte alle criticità. Io non so cosa hai detto di importante nella intervista originale rilasciata a Luca Chianca. So però che Luca è una persona onesta e un bravissimo inviato che non fornirebbe mai una falsa rappresentazione della realtà. Chi invece preferisce non parlare non è perché, l’esperienza trentennale ci insegna, ha paura dei tagli, ma perché ha paura delle domande. So che Luca ti ha anche chiesto di dirci dove abbiamo detto il falso o dove sarebbe stato manipolato il tuo pensiero. Ma a questa domanda non c’è stata risposta. Del resto una persona più alta di noi come Giovanni Paolo II disse “se sbaglio mi corrigerete”. Noi se abbiamo sbagliato siamo pronti ad accogliere le tue correzioni».
Ma il tenore della risposta di Ranucci lascia intendere che, pur se in malafede ha sbagliato mai dirà: ‘se sbaglio mi corrigerete…’

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