guidate dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham (HTS), hanno intensificato gli attacchi arrivando alle porte della capitale dopo aver preso il controllo di Hama, Aleppo e buona parte della città di Homs. I ribelli stanno mettendo a dura prova il regime suruano di Bashar al-Assad. Da giorni la zona sud della Siria è, praticamente, sotto il totale controllo delle milizie islamiste anti regime che hanno preso il controllo della città di Daraa, da dove, nel 2011, partirono le proteste. In mano ai ribelli anche, Sweida, città fortemente ostile al regime a maggioranza drusa. Nelle ultime ore l’avanzata delle milizie sarebbe arrivata a Jaramana, area a maggioranza drusa e cristiana. Le truppe di Assad indietreggiano e si ritirano dalle province di Sweida e Daraa per andare a rinforzare il fronte di Homs, per difenderla almeno parzialmente, che è la terza città più grande della Siria, dove risiede una numerosa comunità della minoranza religiosa alawita, la stessa della famiglia Assad. I risultati militari dei ribelli mostrano un Assad sempre più in crisi all’interno del suo Paese. A ciò si aggiunge il fatto che, in questo momento, non può contare sull’appoggio della Russia, alleato storico, che è impegnata sul fronte ucraino e neanche sul sostegno di Hezbollah, impegnato da un anno nel conflitto con Israele, che in passato aveva inviato migliaia di combattenti per sostenere Assad. Anche se il partito di Dio, dal Libano ha fatto sapere di essere pronto a inviare in Siria, per sostenere Assad, due mila uomini.