Solo nelle ultime tre ore, durante un attacco aereo sulla città di Idlib, diverse decine di civili sono stati uccisi, mentre  sul fronte orientale siriano si acutizzano  gli scontri tra le milizie filo-iraniane e quelle filo-statunitensi. Intanto, in Siria, continuano ad avanzare i combattenti ribelli nonostante le milizie governative hanno intensificato gli attacchi sulla città di Idlib, controllata dai ribelli, e sulle postazioni di Aleppo. Due civili ricoverati nell’ospedale universitario di Idlib sono decedute dopo che le loro macchine per l’ossigeno si sono spente in seguito agli attacchi con i pannelli del soffitto e le porte dell’ospedale sono esplosi, mentre le ambulanze e i veicoli all’esterno sono stati gravemente danneggiati. Secondo l’ONU oltre 48.500 persone sono state sfollate e le infrastrutture chiave, tra cui ospedali, scuole e stazioni idriche, sono state danneggiate dall escalation delle ostilità tra i ribelli siriani e le forze governative  a cui vanno aggiunte le 44 persone rimaste uccise, tra cui 12 bambini. In Siria, la guerra civile in Siria, va avanti da 13 anni, e nelle ultime ore si è nuovamente intensificata con un’ offensiva, a sorpresa, dei ribelli che hanno conquistato Aleppo, una delle città più grandi della Siria e un antico centro di cultura e commercio del Medio Oriente. Gli insorti guidati dal gruppo jihadistaHayat Tahrir al-Sham hanno lanciato un duplice attacco ad Aleppo la scorsa settimana e si sono spostati nelle campagne intorno a Idlib e nella vicina provincia di Hama. L’esercito siriano e i suoi alleati stranieri hanno affrettato i rinforzi e lanciato attacchi aerei nel tentativo di bloccare il loro slancio. In questo scenario, nelle ultime ore, sul fronte orientale siriano dove sono presenti forze filo-Usa e forze filo-iraniane a sostegno di rispettivi clienti armati locali si sono riaccesi i focolai di guerriglia. Le forze filo-statunitensi guidate dal Pkk curdo e da tribù arabe starebbero tentando di conquistare sette località a est del fiume Eufrate attualmente sotto controllo delle milizie filo-iraniane e di altri clan tribali vicini invece all’Iran.