SolaMente in Acirema: ‘Il Sogno Infranto di un Emigrato’

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Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo inviatoci da Marco Zucchi, che di seguito pubblichiamo:

Dal 21 al 23 febbraio 2025, il Teatro Trastevere ospita SolaMente in Acirema, un intenso monologo scritto e interpretato da Manuele Pica, con la regia di Simone Precoma. Lo spettacolo racconta una vicenda dolorosa e poco nota della storia dell’emigrazione italiana, attraverso gli occhi di un uomo bloccato in un limbo senza via d’uscita.

La storia è quella di Ludovico, figlio di italiani emigrati in America e nato negli Stati Uniti, che, nel 1938, decide di tornare in Italia con la famiglia per visitare la terra d’origine. Un viaggio carico di aspettative e nostalgia, che si trasforma presto in un incubo: il governo fascista, attraverso una legge, impedisce a chiunque di lasciare l’Italia, costringendo Ludovico e i suoi cari a restare confinati in un paese che ormai non sentono più loro.

La scenografia minimalista si avvale di un’unica stanza d’albergo, che diventa un potente simbolo della prigionia del protagonista: non solo fisica, ma anche mentale ed emotiva. È qui che Ludovico ripercorre la storia della sua famiglia, dal nonno emigrato negli Stati Uniti alla propria infanzia trascorsa tra amici e affetti nella terra delle opportunità. Un ricordo su tutti lo tormenta: la trottola donatagli dal nonno, simbolo dell’innocenza perduta e del destino inarrestabile che lo ha portato lontano dalla sua vera casa.

Il pubblico, sebbene non numeroso, ha dimostrato un forte coinvolgimento emotivo, accompagnando con applausi calorosi i momenti più intensi della rappresentazione. Le luci, sapientemente orchestrate, amplificano il dramma: tonalità fredde e blu per sottolineare i momenti più dolorosi, mentre giochi di luce più caldi emergono nei frammenti di ricordo felice.

Il titolo stesso, SolaMente in Acirema, gioca con le parole per sottolineare il senso di isolamento e di prigionia mentale: “Acirema” letto al contrario diventa “America”, quella terra promessa ormai irraggiungibile, e “SolaMente” evidenzia la condizione di chi può solo rifugiarsi nei ricordi, senza possibilità di cambiare il proprio destino.

Uno spettacolo intenso, che tocca corde profonde e universali. La storia di Ludovico è la storia di tutti coloro che hanno vissuto il dramma dell’emigrazione e dell’identità spezzata, costretti a trovare un senso alla propria esistenza in un luogo che non sentono più loro. Ma è anche un invito alla riflessione: qual è la nostra Acirema? Quali sono le gabbie invisibili che ci trattengono?

Un’opera da non perdere per chi ama il teatro che emoziona e fa pensare.

Marco Zucchi

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