Sondaggio Cnn, Harris avanti col 50% contro il 47% di Trump

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In un’intervista televisiva Donald Trump ha escluso di candidarsi alle elezioni presidenziali statunitensi del 2028 se dovesse perdere a novembre. “No, non mi ci vedo, non mi ci vedo. Penso che sarà così. Non mi ci vedo affatto”, ha dichiarato il 78enne candidato repubblicano a Full Measure.

E intanto la sua sfidante Kamala Harris è al 50% contro il suo 47%, secondo il nuovo Poll of Polls della Cnn, una media di cinque diversi sondaggi realizzati dopo il dibattito del 10 settembre. Si tratta sempre di un vantaggio, di tre punti, da testa a testa, ma la democratica ha allargato la forbice rispetto all’ultimo Poll of Polls in cui, prima del dibattito, aveva appena un punto di vantaggio.

Secondo un altro sondaggio di Nbc News, Harris ha un sostegno del 49% contro il 44% del tycoon.

«Ho un’arma e se un intruso entra a casa mia, gli sparo», dice  Kamala Harris mentre  era intervistata da Oprah Winfrey, due donne afroamericane, con una che considera essenziale il diritto all’autodifesa con l’uso di armi da fuoco.

La frase di Kamala Harris è una bomba politica visto che  i repubblicani  hanno sempre  difeso il diritto costituzionale a possedere armi; i democratici hanno invece sostenuto la necessità di imporre limiti e controlli, nella speranza di ridurre così le sparatorie e le stragi.

Kamala Harris ha scelto Tim Walz e ha voluto sottolineare pubblicamente che lui è un cacciatore, pure lui con armi da fuoco in casa. Ora la candidata democratica ha rincarato la dose: non solo possiede un’arma, ma non esiterebbe a usarla sparando contro un intruso.

Quattro anni fa la Harris  era allineata con Black Lives Matter, secondo il quale la violenza in America sarebbe soprattutto quella di poliziotti bianchi contro afroamericani. Oggi Kamala Harris è finita su posizioni molto distanti da quelle del 2020.

Esiste una realtà dissonante e scomoda: una cultura delle armi che non ha niente a che vedere con i suprematisti bianchi, l’estrema destra, Trump. Ci sono afroamericani che vogliono un fucile carico a portata di mano perché sul marciapiede di fronte a casa loro le gang spadroneggiano. È il fenomeno della violenza «black on black» – tra neri, o anche tra ispanici – responsabile di una strage quasi invisibile perché i media progressisti non vogliono evocarla. Ci sono donne che vogliono il porto d’armi, e frequentano il poligono di tiro per addestrarsi a sparare, perché nel quartiere dove abitano temono le aggressioni. Non quelle dei poliziotti.

Kamala Harris con questa uscita sulle armi continua a rafforzare il suo nuovo posizionamento elettorale. È quello che io definisco la sua tattica obamiana. Essere donna nera le «garantisce» il pieno di voti della sinistra radicale secondo la quale le minoranze etniche hanno sempre ragione; l’involucro etnico-sessuale va riempito con un contenuto moderato-conservatore, per rassicurare gli altri.

Il Secondo Emendamento, quell’aggiunta alla Costituzione che stabilisce il diritto alle armi nacque dopo la lotta d’indipendenza dal colonialismo britannico: due secoli e mezzo fa. Visto che gli Stati Uniti non avevano un esercito regolare bisognava contare su delle milizie partigiane,  esercito popolare fatto di volontari,  e autorizzarle a tenersi i fucili in casa.  Lo stesso Emendamento stabilisce che quel diritto va «regolato» per legge, dunque nulla osta a mettere regole e barriere.

“Questo è stato un tentato assassinio di Donald Trump”. Così recita una nota che Ryan Routh ha lasciato ad un amico. L‘uomo che lo scorso 15 settembre si è appostato armato fuori dal golf club di Donald Trump di Palm Beach, ha lasciato questo “appunto”, secondo quanto emerge dai documenti depositati lunedì dai procuratori prima dell’udienza. Udienza in cui il giudice federale dovrà decidere se Routh, che finora è incriminato solo per possesso illegale di armi, debba essere scarcerato su cauzione.

La nuova prova potrebbe aiutare l’accusa a rafforzare le proprie argomentazioni: che l’uomo – che si è dato alla fuga dopo che un agente del Secret Service si è accorto della canna del suo fucile ed ha aperto il fuoco – aveva effettivamente intenzione di uccidere l’ex presidente. E’ stato l’amico di Routh a contattare la polizia, spiegando che l’uomo alcuni mesi fa gli aveva dato una scatola da custodire. Dopo aver saputo del suo arresto in Florida, l’uomo ha aperto la scatola trovandovi una lettera scritta a mano. “Caro mondo, questo era un tentativo di assassinio di Donald Trump, ma ho fallito, ho fatto del mio meglio”: così recita la lettera in cui si offre una ricompensa a sei cifre a chi sarà in grado di “finire il lavoro”.  “Sta a voi finitr il lavoro. Offrirò 150 mila dollari a chiunque riuscirà a portare a termine il compito”. Nel biglietto l’attentatore aveva definito Trump non adatto a fare il presidente.

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