Superbonus: Italia Viva salva la maggioranza, FI vota contro. Tajani: Noi leali al governo

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Semaforo verde dalla commissione Finanze del Senato all’emendamento del governo per la stretta al superbonus che spalma il credito su 10 anni, contro i 4 previsti in precedenza. A salvare la maggioranza arriva Italia Viva che vota a favore della richiesta dell’esecutivo mentre Forza Italia si è astenuta. Un voto che conferma le frizioni nella maggioranza, soprattutto tra Fi ed il duo FdI-Lega, e scatena le opposizioni che, come sottolinea il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, accusa la maggioranza di ‘comprare i voti’. Un voto, questo, che rispecchia non solo la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee ma anche il riassetto dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Il voto di giugno, unito alla vicenda Santanché e all’impalpabilità di alcuni ministri cui si aggiunge l’attuazione del Pnrr, sarà utilizzato dalla premier per un rimpasto di governo quasi ‘dovuto’. Altre maggioranze parlamentari non converrebbero a nessuno, nonostante i tanti voti a favore su alcuni provvedimenti dell’esecutivo da parte del partito di Matteo Renzi. Così come il ritorno al voto: ne uscirebbe un quadro talmente frammentario che sarebbe difficile riuscire a formare una maggioranza di governo stabile e duratura. Si ritornerebbe ai governi balneari. Quindi, per ora, si tende a gettare acqua sul fuoco. Tanto che il vicepremier Antonio Tajani, al termine delle votazioni in commissione, assicura “lealtà al governo” da Forza Italia. “Domani in aula saremo leali nei confronti del governo. Rimane il Superbonus con effetto retroattivo perché i nostri emendamenti sono stati bocciati in commissione, mi spiace e penso che sia un errore”. E assicura che con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti “non c’è nessuna guerra, ci sono posizioni politiche di principio”. Ovvero interessi di parte che saranno ridiscussione alla prima occasione utile. Opposta la reazione dell’opposizione che va all’attacco dell’esecutivo. “Giorgia Meloni, che ha sempre affermato di avere una maggioranza solida e di rispettare le regole democratiche e il Parlamento, oggi è stata costretta, per far approvare un provvedimento governativo, a tentare prima una forzatura, provando ad aggiungere un senatore di maggioranza in commissione e, non riuscendoci – le parole del presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia – a ‘comprare’ poi l’assenza di un senatore che di solito vota con l’opposizione, attraverso l’approvazione di un suo emendamento. Un triste epilogo delle glorie meloniane”. Intanto la Commissione finanze del Senato tornerà a riunirsi domani mattina alle 10 per votare il mandato al relatore. Intorno alle 15 il provvedimento approderà in Aula a Palazzo Madama dove sarebbe atteso il ricorso al voto di fiducia.

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