Sono cinque le persone indagate a Taranto per aver immesso sia in mare sia direttamente nel suolo le acque di scarico di un importante impianto di pescicoltura. Una pratica illecita messa in atto per risparmiare circa 360mila euro, inquinando un’intera area sottoposta a vincoli paesaggistici, ambientali, idrogeologici e demaniali e caratterizzata dalla presenza di numerosi impianti di allevamento di mitili e vongole. Secondo l’accusa, queste azioni avrebbero provocato l’alterazione dell’ecosistema marino e la conseguente intossicazione del prodotto ittico allevato nello specchio d’acqua antistante. Per compiere lo sversamento e sfuggire ai controlli – secondo le indagini della Guardia Costiera – avrebbero usato un bypass che permetteva la deviazione e lo sversamento delle acque di scarico prima in mare e poi direttamente nel suolo.
Taranto, impianto di pescicoltura inquinava acqua e suolo: 5 gli indagati
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