NAPOLI – “Le ultime novità legislative che si sono susseguite a fine 2024 ed entreranno a pieno regime nel 2026 impongono una attività di formazione dei colleghi per vincere una sfida importante: il terzo settore come settore autonomo con una definizione ben precisa, non solo riferita agli enti che ne fanno parte ma anche alla modalità di gestione della cosiddetta economia sociale che deve trovare un paradigma definitivo”. Lo ha dichiarato Antonella La Porta, consigliere dell’Odcec di Napoli con delega alla Commissione Aziende Non profit – imprese sociali nel corso del convegno “Economia sociale e terzo settore: sviluppi normativi” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi.Dei profili normativi ha parlato Attilio De Nicola, presidente della Commissione Aziende Non profit – imprese sociali: “Con la riforma nata nel 2016/2017 il corpus normativo si è abbastanza delineato arricchendosi con ulteriori disposizioni normative, ultima in ordine temporale la legge 104/2024 che ha regolamentato alcuni aspetti di natura civilistica e contabile. Manca tuttavia un tassello importante la riforma fiscale in attesa di autorizzazione della Comunità europea”.Secondo Mauro Sciarelli, ordinario di economia e gestione delle imprese all’Università Federico II, “Il terzo settore è diventato una grande opportunità di lavoro per i giovani. Ci sono tutta una serie di indicazioni per ciò che riguarda gli adempimenti e le linee guida per la rendicontazione per far funzionare bene queste organizzazioni che necessitano di competenze manageriali. Sul bilancio sociale c’è convergenza di forti interessi e occorrono migliori competenze per supportare le organizzazioni”.Sulle novità legislative si è soffermata Paola Coppola, ordinario di diritto tributario all’Università Federico II di Napoli: “Ci sono diverse novità per gli operatori del settore che entreranno in vigore nel 2026 e bisognerà preparare gli enti a questo appuntamento perché avranno la possibilità di gestire, con modalità di carattere commerciale, attività che sono di interesse generale. Un nuovo concetto di impresa sociale per utilizzare al meglio le risorse a disposizione e le opportunità”.Per le organizzazioni del terzo settore è intervenuta Giovanna De Rosa direttore Csv Napoli: “le competenze sono indispensabili per il volontariato che costituisce una leva strategica per creare benessere, coesione sociale e sviluppo locale nelle nostre comunità. L’Ordine dei commercialisti è strategico per creare partnership con gli operatori del terzo settore alla luce delle novità normative che richiedono competenze trasversali e specialistiche”.Per Marco Di Maio, esperto Terzo settore e componente dell’Organismo Territoriale di Controllo di Campania e Molise: “L’aziendalizzazione del terzo settore porta verso dinamiche tipiche dell’imprenditoria classica anche se può porre problemi di identità in particolare per le piccole associazioni di volontariato che hanno nella gratuità e nella spontaneità il loro tratto caratteristico”.All’incontro ha introdotto i lavori Raffaele Ianuario (consigliere dell’Odcec di Napoli), mentre le conclusioni sono state affidate a Michele De Tavonatti (consigliere nazionale dei commercialisti, con delega agli Enti del Terzo Settore).
Terzo settore, La Porta (commercialisti): “Nuove sfide e formazione per i professionisti”
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