Tifosi israeliani aggrediti ad Amsterdam in occasione della partita di Europa League Ajax-Maccabi

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I fatti di Amsterdam con le immagini degli ebrei che scappano, gridando, dagli assalitori armati spranghe e coltelli sono destinate a lasciare il segno. Nella notte tra il 7 e l’8 novembre è stata scritta una pagina tristissima della storia europea che non può che preoccupare i governi europei. “L’antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica”, ha dichiarato Giorgia Meloni da Budapest, esprimendo al primo ministro olandese Dick Schoof profonda preoccupazione per l’aggressione subita dai tifosi israeliani ad Amsterdam.

con le immagini degli ebrei che scappano, gridando, dagli assalitori armati spranghe e coltelli sono destinate a lasciare il segno. Nella notte tra il 7 e l’8 novembre è stata scritta una pagina tristissima della storia europea che non può che preoccupare i governi europei. “L’antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica”, ha dichiarato Giorgia Meloni da Budapest, esprimendo al primo ministro olandese Dick Schoof profonda preoccupazione per l’aggressione subita dai tifosi israeliani ad Amsterdam.

“Questa mattina, siamo stati informati dai primo ministro Schoof per avere una panoramica completa della situazione. Condanno fermamente questi atti inaccettabili. L’antisemitismo non ha assolutamente posto in Europa e siamo determinati a combatterlo e a combattere tutte le forme di odio. Vogliamo che la vita e la cultura ebraica prosperino in Europa”, sono state le parole di Ursula von der Leyen nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio europeo informale.
Il premier olandese Schoof ha sottolineato che “è stato un terribile attacco antisemita. Non lo tollereremo. Perseguiremo chi lo ha perpetrato. Mi vergogno profondamente del fatto che sia successo”.


con le immagini degli ebrei che scappano, gridando, dagli assalitori armati spranghe e coltelli sono destinate a lasciare il segno. Nella notte tra il 7 e l’8 novembre è stata scritta una pagina tristissima della storia europea che non può che preoccupare i governi europei. “L’antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica”, ha dichiarato Giorgia Meloni da Budapest, esprimendo al primo ministro olandese Dick Schoof profonda preoccupazione per l’aggressione subita dai tifosi israeliani ad Amsterdam.

“Questa mattina, siamo stati informati dai primo ministro Schoof per avere una panoramica completa della situazione. Condanno fermamente questi atti inaccettabili. L’antisemitismo non ha assolutamente posto in Europa e siamo determinati a combatterlo e a combattere tutte le forme di odio. Vogliamo che la vita e la cultura ebraica prosperino in Europa”, sono state le parole di Ursula von der Leyen nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio europeo informale.
Il premier olandese Schoof ha sottolineato che “è stato un terribile attacco antisemita. Non lo tollereremo. Perseguiremo chi lo ha perpetrato. Mi vergogno profondamente del fatto che sia successo”.


Anche il re dei Paesi Bassi, Willem Alexander, è intervenuto sulla questione, chiamando personalmente il presidente israeliano Herzog: “Non possiamo chiudere un occhio davanti al comportamento antisemita nelle nostre strade. La nostra storia ci ha insegnato come l’intimidazione vada di male in peggio, con conseguenze orribili”, ha dichiarato il sovrano, che poi ha aggiunto: “Abbiamo deluso la comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la Seconda Guerra mondiale, e la scorsa notte abbiamo fallito di nuovo”.

Durissima fin da subito la reazione di Tel Aviv. “I tifosi che sono andati a vedere una partita di calcio hanno incontrato l’antisemitismo e sono stati attaccati con una crudeltà inimmaginabile solo a causa del loro essere ebrei e israeliani. Condanno qualsiasi tentativo di rendere colpevole la vittima”, ha scritto su X il ministro della Sicurezza israeliano, Ben-Gvir.  A sua volta il ministero degli Esteri palestinese, invece, ha condannato i “cori anti-arabi” e gli attacchi alla bandiera palestinese in occasione della partita. In una dichiarazione pubblicata su X  ha invitato il governo olandese a “condurre un’indagine immediata sugli istigatori di questi disordini e a proteggere i palestinesi e gli arabi residenti nei Paesi Bassi”.

La partita Ajax-Maccabi si è giocata in un clima arroventato già alla vigilia. Una manifestazione filo-palestinese e contraria all’arrivo del Maccabi era stata convocata nei pressi dello stadio e poi spostata in un quartiere diverso. Numerosi e brutali i video delle aggressioni diffusi sui social. Dapprima i cori della tifoseria israeliana contro arabi e palestinesi, così incontenibili da violare persino il minuto di silenzio per le vittime di Valencia. Poi una serie di aggressioni violente ai tifosi israeliani fuori dallo stadio, inseguiti persino negli alberghi dove dormivano. Un video mostra un tifoso israeliano gettato in un canale e costretto a scandire “Free Palestine”.

Anche il re dei Paesi Bassi, Willem Alexander, è intervenuto sulla questione, chiamando personalmente il presidente israeliano Herzog: “Non possiamo chiudere un occhio davanti al comportamento antisemita nelle nostre strade. La nostra storia ci ha insegnato come l’intimidazione vada di male in peggio, con conseguenze orribili”, ha dichiarato il sovrano, che poi ha aggiunto: “Abbiamo deluso la comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la Seconda Guerra mondiale, e la scorsa notte abbiamo fallito di nuovo”.

Durissima fin da subito la reazione di Tel Aviv. “I tifosi che sono andati a vedere una partita di calcio hanno incontrato l’antisemitismo e sono stati attaccati con una crudeltà inimmaginabile solo a causa del loro essere ebrei e israeliani. Condanno qualsiasi tentativo di rendere colpevole la vittima”, ha scritto su X il ministro della Sicurezza israeliano, Ben-Gvir.  A sua volta il ministero degli Esteri palestinese, invece, ha condannato i “cori anti-arabi” e gli attacchi alla bandiera palestinese in occasione della partita. In una dichiarazione pubblicata su X  ha invitato il governo olandese a “condurre un’indagine immediata sugli istigatori di questi disordini e a proteggere i palestinesi e gli arabi residenti nei Paesi Bassi”.

La partita Ajax-Maccabi si è giocata in un clima arroventato già alla vigilia. Una manifestazione filo-palestinese e contraria all’arrivo del Maccabi era stata convocata nei pressi dello stadio e poi spostata in un quartiere diverso. Numerosi e brutali i video delle aggressioni diffusi sui social. Dapprima i cori della tifoseria israeliana contro arabi e palestinesi, così incontenibili da violare persino il minuto di silenzio per le vittime di Valencia. Poi una serie di aggressioni violente ai tifosi israeliani fuori dallo stadio, inseguiti persino negli alberghi dove dormivano. Un video mostra un tifoso israeliano gettato in un canale e costretto a scandire “Free Palestine”.

Anche il re dei Paesi Bassi, Willem Alexander, è intervenuto sulla questione, chiamando personalmente il presidente israeliano Herzog: “Non possiamo chiudere un occhio davanti al comportamento antisemita nelle nostre strade. La nostra storia ci ha insegnato come l’intimidazione vada di male in peggio, con conseguenze orribili”, ha dichiarato il sovrano, che poi ha aggiunto: “Abbiamo deluso la comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la Seconda Guerra mondiale, e la scorsa notte abbiamo fallito di nuovo”.

Durissima fin da subito la reazione di Tel Aviv. “I tifosi che sono andati a vedere una partita di calcio hanno incontrato l’antisemitismo e sono stati attaccati con una crudeltà inimmaginabile solo a causa del loro essere ebrei e israeliani. Condanno qualsiasi tentativo di rendere colpevole la vittima”, ha scritto su X il ministro della Sicurezza israeliano, Ben-Gvir.  A sua volta il ministero degli Esteri palestinese, invece, ha condannato i “cori anti-arabi” e gli attacchi alla bandiera palestinese in occasione della partita. In una dichiarazione pubblicata su X  ha invitato il governo olandese a “condurre un’indagine immediata sugli istigatori di questi disordini e a proteggere i palestinesi e gli arabi residenti nei Paesi Bassi”.

La partita Ajax-Maccabi si è giocata in un clima arroventato già alla vigilia. Una manifestazione filo-palestinese e contraria all’arrivo del Maccabi era stata convocata nei pressi dello stadio e poi spostata in un quartiere diverso. Numerosi e brutali i video delle aggressioni diffusi sui social. Dapprima i cori della tifoseria israeliana contro arabi e palestinesi, così incontenibili da violare persino il minuto di silenzio per le vittime di Valencia. Poi una serie di aggressioni violente ai tifosi israeliani fuori dallo stadio, inseguiti persino negli alberghi dove dormivano. Un video mostra un tifoso israeliano gettato in un canale e costretto a scandire “Free Palestine”.

Il premier Benjamin Netanyahu ha ordinato l’invio di due aerei militari per recuperare i propri cittadini. Secondo l’ambasciata israeliana negli Stati Uniti i tifosi aggrediti sono “centinaia”. A quanto risulta i feriti sarebbero una decina. La polizia olandese ha fatto sapere di aver effettuato una sessantina di arresti.

Netanyahu, inoltre, si è messo in contatto con il premier olandese, Dick Schoof, invitandolo “ad agire in modo deciso e rapido contro i rivoltosi”, parlando di “un attacco antisemita premeditato”. Sul caso è intervenuto lo stesso Schoof, parlando apertamente di “attacchi antisemiti”. “Seguo con orrore le notizie provenienti da Amsterdam. Attacchi antisemiti contro gli israeliani assolutamente inaccettabili. Sono in stretto contatto con tutte le persone coinvolte”, ha scritto su X, sottolineando di aver assicurato a Netanyahu che “i colpevoli saranno rintracciati e perseguiti”. “Adesso – ha concluso Schoof – nella capitale regna il silenzio”.

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