TIM Avvia lo Spegnimento delle Centrali in Rame: Una Rivoluzione nella Connettività Italiana 

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TIM ha iniziato a spegnere le prime centrali completamente in rame, segnando l’inizio di un ambizioso piano di modernizzazione delle infrastrutture di rete in Italia. Questo processo, che si protrarrà fino al 2028, prevede la dismissione di circa 6.700 centrali su un totale di 10.500, con la migrazione dei clienti verso connessioni in banda ultralarga, offrendo miglioramenti significativi nelle prestazioni di rete. Il piano di TIM per spegnere le centrali in rame e migrare verso tecnologie più avanzate in fibra ottica rappresenta un cambiamento epocale per le telecomunicazioni italiane. Inizialmente previsto per 35 centrali, il numero è salito a 62, distribuite in 54 comuni attraverso 11 regioni italiane: Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Queste prime dismissioni coinvolgeranno centrali di vecchia generazione, attualmente utilizzate per servizi ADSL, ISDN e la vecchia rete telefonica analogica, il doppino RTG. L’obiettivo di TIM è chiaro: migliorare le prestazioni della rete e ridurre l’impatto ambientale. Le nuove infrastrutture in fibra ottica sono significativamente più efficienti rispetto alle vecchie centrali in rame. La migrazione verso la fibra non solo promette una connettività più veloce e stabile per gli utenti, ma comporta anche un notevole risparmio energetico. TIM stima che la dismissione delle centrali in rame ridurrà i consumi energetici di circa 450.000 MWh e abbatterà le emissioni di CO2 di 209.600 tonnellate, equivalenti alla piantumazione di oltre 16 milioni di alberi. Uno degli aspetti più critici del piano di switch off è assicurare che non ci siano disservizi per gli utenti durante la transizione. TIM ha garantito che la migrazione sarà gestita in modo da evitare interruzioni del servizio. Le centrali obsolete saranno dismesse solo dove esiste già una centrale più moderna, permettendo il trasferimento dei clienti sulla nuova rete TIM di ultima generazione, che utilizza in tutto o in parte la fibra ottica. La fibra ottica rappresenta il futuro delle telecomunicazioni, offrendo velocità di trasmissione dati superiori e una maggiore affidabilità rispetto alle tecnologie basate sul rame. La transizione di TIM riflette un impegno a lungo termine verso l’innovazione e la sostenibilità, con investimenti significativi per la realizzazione e l’espansione delle reti in fibra ottica. “Diamo corso a una importante fase di trasformazione della nostra rete di accesso”, ha spiegato TIM nel suo comunicato. La migrazione dai servizi di accesso offerti sulla rete in rame a quelli disponibili sulla rete di nuova generazione segna l’avvio del processo di switch off, che interesserà oltre il 60% delle centrali TIM, prevalentemente localizzate in aree periferiche o comuni di piccole dimensioni. 

TIM ha sottolineato l’importanza del costante impegno nella realizzazione delle reti in fibra ottica e nell’innovazione delle piattaforme tecnologiche obsolete. Questo processo non solo migliorerà le prestazioni e la qualità del servizio per gli utenti, ma contribuirà anche a ridurre significativamente l’impatto ambientale delle operazioni di rete. Il piano di TIM per spegnere le centrali in rame entro il 2028 rappresenta una svolta decisiva per le telecomunicazioni in Italia. La migrazione verso la fibra ottica porterà benefici tangibili in termini di prestazioni di rete, sostenibilità ambientale e risparmio energetico.  

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