Esaminando i comunicati della Casa Bianca e del Cremlino si ha la conferma di quanto emerso dal colloquio telefonico, di due ore, tra Donald Trump e Vladimir Putin. Un incontro tra un agente segreto ed un immobiliarista. Il comunicato della Casa Bianca parlava di uno stop di trenta giorni degli attacchi alle infrastrutture energetiche, un piccolo passo avanti rispetto all’obiettivo finale di un cessate il fuoco, fortissimamente voluto da Trump, ma alla fine concludeva che la telefonata era ” un contratto per la pace”. Il Cremlino, da parte sua, in stile tipico dell’ex Urss , sottolineava che le divergenze andavano oltre le convergenze. E nei dettagli emergevano una serie di condizioni: dallo stop all’ invio di armi da parte dell’ Occidente fino al blocco della fornitura di dati di ” intelligence” , il tutto inaccettabile dall’ Ucraina, ma anche da parte dei suoi alleati. Dei due leader emergono due personalità a confronto con peculiarità diverse. Donald Trump, sicuramente un abile uomo d’affari, ma completamente a digiuno di politica internazionale, senza contare l’eccesso di autostima di essere un abile negoziatore , ma la dura realtà della guerra esige altre doti. La sua impazienza innata cozza con la capacità di negoziare la fine di un conflitto, come quello ucraino, che richiede pazienza e creatività. Della scarsa pazienza e della poca creatività ne ha fatto sfoggio in quel di Gaza , dove prima ha intavolato i negoziati diretti con Hamas per avviare la seconda parte della tregua, poi ha incoraggiato il Premier israeliano, Netanyahu a riprendere i bombardamenti, facendo riprecipitare il Medio Oriente nel caos. Nel caso dell’Ucraina Trump sembra contare i secondi per sbarazzarsi del conflitto e per questo, altro errore, cade nella trappola di Putin, che da abile agente segreto formatosi alla scuola del Kgb , abituato all’ inganno e alla disinformazione, è molto più abile quando non si tratta di vendere o costruire immobili, ma saper gestire guerra e pace. La strategia di Donald Trump sicuramente non è nell’ interesse degli Stati Uniti, ma sembra non volerlo capire . Dando un rapido sguardo al nostro Paese la nostra Premier nel suo intervento alla Camera è andata controcorrente, rispetto al giudizio di grandi analisti internazionali, sostenendo che Trump è un ” leader forte e capace di garantire una pace duratura” . Il futuro ci dirà chi ha ragione . Ad oggi Trump non è riuscito nemmeno ad ottenere una tregua di trenta giorni, altro che mettere fine alla guerra in ventiquattro ore.
Tra un agente segreto e un immobiliarista
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