Trump a Putin sull’Ucraina: ‘Poni fine a questa guerra ridicola!’

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Vladimir Putin e Xi Jinping non perdono tempo e a poche ore dall’insediamento di Donald Trump discutono delle prossime mosse. L’obiettivo comune è rafforzare un partenariato strategico che inquieta l’Occidente e delineare le fondamenta di un nuovo ordine mondiale, più «equo» secondo le loro visioni.

Putin, collegato dalla sua residenza di Novo-Ogarevo, e Xi, dalla Grande Sala del Popolo a Pechino, hanno delineato una visione comune di un ordine mondiale «più giusto e multipolare».

Il presidente cinese ha riferito a Putin di una recente telefonata con Donald Trump, incentrata su TikTok, commercio e Taiwan. Xi e Putin si sono detti pronti a costruire relazioni «reciprocamente vantaggiose e rispettose» con Washington, a patto che la nuova amministrazione mostri un reale interesse al dialogo. «Putin desidera una pace a lungo termine in Ucraina, non un cessate il fuoco temporaneo, ma qualsiasi accordo dovrà tenere conto dei nostri interessi», ha riportato Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del Cremlino. Ushakov ha inoltre precisato che non sono ancora pervenute proposte specifiche per vis-à-vis con Trump.

Da parte sua, il nuovo presidente americano non ha tardato a mettere i puntini sulle “i”. Dopo il suo insediamento, ha affermato che lo zar dovrebbe raggiungere un accordo per porre fine al conflitto, perché sta distruggendo la Russia.

Non è un mistero che Russia e Cina stiano trovando una sempre maggiore sintonia su temi chiave della geopolitica. Xi ha ribadito la sua opposizione al coinvolgimento statunitense in Ucraina, accusando Washington di alimentare il conflitto con forniture di armi. Al tempo stesso, Pechino continua a promuovere negoziati per una soluzione diplomatica che rispetti gli interessi di Kiev.

Sullo sfondo, la questione di Taiwan resta un nodo cruciale. «La Russia conferma il suo sostegno al principio di una sola Cina», ha dichiarato Ushakov. Xi, in un recente discorso di Capodanno, ha ribadito che nessuno potrà fermare la «riunificazione» con Taiwan, un chiaro avvertimento alle forze pro-indipendenza che Pechino considera sia interne che esterne all’isola di 23 milioni di abitanti.

«Lavoriamo nell’interesse di garantire la sicurezza indivisibile nello spazio eurasiatico e nel mondo intero», ha affermato Putin. La Cina, principale consumatore di energia russa, continua a essere anche il miglior cliente quando si tratta del petrolio moscovita e fedele collaboratore nello sviluppo di reattori a neutroni veloci e nel riciclo del combustibile nucleare. Non a caso Trump dichiarava al Wall Street Journal a ottobre che Xi è davvero «un buon giocatore di poker».

L’avvertimento è arrivato via social: Putin deve «fermare questa guerra ridicola» o sarà colpito da «sanzioni a un livello alto» su qualsiasi cosa arrivi dalla Russia. Donald Trump ha lanciato il suo messaggio al Cremlino attraverso Truth, smentendo ancora una volta tutte le illazioni di chi lo vorrebbe simpatizzante nei confronti del presidente russo e pronto a scaricare l’Ucraina.

«Se non facciamo un accordo, e se non lo facciamo presto, non ho altra scelta che introdurre tasse e dazi, sanzioni a un alto livello su qualsiasi cosa sia venduto dalla Russia agli Stati Uniti e a diversi altri Paesi partecipanti», ha scritto Trump, rivolgendosi al presidente russo Vladimir Putin, al quale «fa un grande favore», suggerendogli di «trovare ora una soluzione e fermare questa guerra ridicola!».

«Non potrà che peggiorare», ha avvertito il presidente americano, sottolineando di non voler «fare del male alla Russia». «Amo i russi e ho sempre avuto con Putin relazioni molto buone», ha chiarito Trump. «Chiudiamo questa guerra che, se fossi stato presidente, non sarebbe mai iniziata. Possiamo farlo nel modo facile o in quello difficile. E quello facile è sempre il migliore. È il momento di fare un accordo. Non devono essere perse altre vite umane», ha concluso il presidente americano, che nelle scorse precedenti aveva sottolineato che «Zelensky vuole la pace, me lo ha detto chiaramente». Ma «bisogna essere in due per ballare il tango», aveva aggiunto Trump, riferendosi a Putin e ribadendo di essere pronto a incontrarlo «quando vuole»

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