Niente bagni per le donne ai transgender, neanche nel Congresso americano. Sembra irremovibile la linea dei Repubblicani del neopresidente Usa Donald Trump, che ha già in agenda una proposta di legge, firmata dalla deputata Nancy Mace, per impedire alla neoeletta parlamentare Sarah McBride, prima transgender eletta al Congresso, di fare uso del bagno femminile a Capitol Hill.
Realtà presente anni fa anche in Italia quando ci fu scontro alla Camera sull’uso del bagno delle donne ai transgender. Ad attaccare la forzista Elisabetta Gardini, a difendersi Vladimir Guadagno Luxuria: «Sono davvero sotto choc, non mi aspettavo un’aggressione verbale di questo genere. E dopo sei mesi di legislatura. Forse all’inizio, ma ora…». Vladimir Luxuria, spiegava l’incidente che le capitò alla toilette di Montecitorio. «Come sempre sono andata nel bagno riservato alle donne. Uscendo mi sono trovata davanti Elisabetta Gardini, un po’ agitata, che mi ha apostrofato: “tu sei un uomo, non puoi stare qui devi andare nel bagno degli uomini”. All’inizio, per la verità pensavo che scherzasse, poi mi sono resa conto che non era così. Che faceva sul serio. E mi ha anche anticipato che si rivolgerà ai questori della Camera». «Ma io, che devo fare? Io vado nei bagni del sesso del quale mi sento. Se andassi in quello degli uomini, credo proprio che metterei in imbarazzo i colleghi maschi – si è giustificata Luxuria – Mai immaginata una aggressione con questi toni e con questa violenza. Spero che nei prossimi mesi non mi tocchi andare al bagno sentendomi una ladra…». «Spero che la sua sia una posizione singola e non delle deputate di Forza Italia, e lei mi sembra una persona a volte un pò sopra le righe. Credo invece che essere veramente donna sia anche essere comprensiva….».
La Gardini spiegò: «La mia è stata una reazione fisica, di pancia. Proprio non mi aspettavo di trovare un uomo nei nostri bagni. Credevo che la questione fosse stata risolta da tempo e trovare Guadagno lì mi ha provocato un trauma. E spontaneamente gliel’ho detto. Adesso mi rivolgerò ai questori affinchè trovino una soluzione. Tanto più che il mio disagio è quello avvertito da tante colleghe. Comunque trovo assolutamente eccessivo che la questione, di organizzazione interna, sia stata portata all’esterno. Mi vergogno che si dia una immagine così di basso profilo del Parlamento. Se avessi saputo, sarei stata zitta…».
La battaglia oggi di Trump e dei Repubblicani contro i trans
Secondo il New York Times, la deputata democratica sarebbe già alle prese con l’ostracismo dei colleghi repubblicani, che avrebbero pronta una proposta di legge per vietare alle donne transgender l’uso dei bagni femminili a Capitol Hill. La deputata repubblicana Nancy Mace ha dichiarato apertamente che la risoluzione prende di mira McBride, definendola un “uomo biologico” e sostenendo che non avrebbe diritto ad accedere agli spazi riservati alle donne.
La proposta ha scatenato un acceso dibattito politico, con i Democratici che denunciano la misura come un attacco discriminatorio e una distrazione dalle vere priorità legislative. McBride ha risposto sui social media, invitando a lavorare con rispetto nonostante le differenze, mentre il leader della Camera, Mike Johnson, non ha preso una posizione chiara sul destino della proposta. I diritti ai trans furono riconosciuti durante la presidenza di Barack Obama, in generale a tutta la comunità Lgbtq+. Per la Mace “è on atto una guerra della sinistra contro le donne e il mio obiettivo è bloccarla”. Un’altra deputata della Georgia, Marjorie Taylor Greene, ha già minacciato di affrontare personalmente qualunque transgender proverà a usare i bagni delle donne all’interno del Congresso.
L’amministrazione Trump ha ritirato le linee guida anti-discriminazione varate da Barack Obama per tutelare gli studenti transgender. Le norme prevedevano che potessero usare bagni e spogliatoi nelle scuole pubbliche in base alla propria identità di genere e non in base al sesso di nascita.
Si tratta della prima importante decisione in tema di diritti civili, giunta al termine di un duro scontro anche all’interno della squadra di governo.
La decisione sui bagni degli studenti transgender è stata trasmessa a tutti gli istituti scolastici pubblici in una lettera di due pagine che inizia con la formula “caro collega”, firmata dalla ministra dell’istruzione Betty DeVos. Nella lettera si parla di “confusione legale e giuridica” che ha portato all’emanazione delle linee guida dell’era Obama. Nella missiva non si indicano nuove direttive, ma si parla del ruolo che i singoli stati Usa e i singoli distretti scolastici devono avere nel disegnare le giuste politiche.
Scontro interno sulla circolare –
Secondo quanto raccontano fonti repubblicane ai media statunitensi, la ministra DeVos fino all’ultimo si sarebbe opposta alla mossa anti-transgender, affermando di non essere d’accordo. Ma di fronte si è trovata la determinazione del presidente Trump in persona e soprattutto del ministro degli interni Jeff Sessions, contrario ad ogni tipo di progresso sul fronte dei diritti di gay, lesbiche e transgender.
Condanna della comunità LGBT
Immediata la durissima condanna della comunità Lgbt e delle associazioni per la difesa dei diritti civili che accusano il presidente di aver tradito la promessa fatta in campagna elettorale di non intervenire in questo campo e di violare in questo modo i diritti umani.