Tutto va bene madama la marchesa

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“Tutto va bene, Madama la marchesa” è quanto sembra che taluni esclamino all’indirizzo dell’inquilina di Palazzo Chigi”, da qualche settimana “impegnata” nel godersi le meritate vacanze estive in quel di Ceglie Messapica, in Puglia. Secondo il sito internet “sapere.virgilio.it”, la frase sta ad indicare “l’espressione che indica il vezzo di alcuni di minimizzare i problemi”. In realtà, sempre secondo il network telematico, “l’origine(della citazione) è una canzone francese in cui un servitore cerca di rassicurare la marchesa mentre gli comunica che i cavalli sono morti nell’incendio delle stalle e dell’intero palazzo causato dal suicidio del marito”. Nulla di più attuale e calzante di quanto sta succedendo in Italia negli ultimi tempi. Infatti, mentre il palazzo del globo arde sotto le fiamme dei diversi conflitti bellici scoppiati nel mondo, l’inquilino della Casa Bianca, ha deciso di suicidarsi politicamente immolandosi alla causa delle prossime elezioni presidenziali e in casa nostra i cavalli da corsa che indicano gli indicatori dell’economia sembrano essere tutti morti. Ma tutto va bene per madama la marchesa e per diversi suoi lacchè che si occupano di strategie politiche e pseudo informazione che sa più di una pseudo detenzione di una sotto cultura medievale. Parafrasando qualcuno, del secolo scorso, che pur doveva essere esperto di comunicazione e informazione potremmo dire oggi, senza scomodare la loggia di Palazzo Venezia: “Italianiiiiii, volete il pane?, andate a comprarlo!” Ma per dirla secondo le note di una nota canzone di Giorgio Consolini “gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano” e la storia, come sosteneva Giambattista Vico, è fatta di “corsi e ricorsi”. Ormai sono passati trent’anni da quella che passerà alla storia come la fine della “prima repubblica”, un’epoca nella quale, sia pur con un imponente consociativismo tacito(ma non troppo), il nostro Paese, era cresciuto nel mondo. Si era ripreso dalle nefaste ceneri del conflitto mondiale. Un periodo nel quale l’inflazione, insegnavano gli economisti, era galoppante ma la gente riusciva a costruire o a comprare casa anche con muti i cui interessi erano a due cifre. Un periodo nel quale i livelli occupazionali avevano raggiunto percentuali interessanti, nascevano industrie e si realizzavano opere pubbliche. Sarà stata una coincidenza, anzi no, se quel periodo ha fatto registrare personalità politiche di altissimo spessore come De Gasperi, Moro, Fanfani, Andreotti, Spadolini, Craxi, Berlinguer, Almirante, eccetera, solo per citarne alcuni. Poi, grazie a un colpo di mano, quasi per magia, sono arrivati loro i “magnifici” protagonisti della “seconda repubblica” che da destra a sinistra hanno occupato quelle poltrone che, per anni, avevano sperato di avere il privilegio di spolverare. E con loro, la lira è scomparsa con il nascere dell’”euro-marco”, i tassi di interesse bancari sono scesi vertiginosamente, ma per comprare una casa occorre fare muti a 35/40 anni. Insomma, le retrovie della classe dirigente di quella repubblica che ha reso grande il nostro Paese nel mondo, sono saliti sugli scanni del potere, dal Quirinale a Palazzo Chigi, da Palazzo Madama a Montecitorio. Professori, che nella prima repubblica, erano noti per i lauti incarichi ricevuti, sono diventati leader, fancazzisti (gente che non ha mai lavorato un giorno in vita sua) sono diventati legislatori, imprenditori sono diventati statisti, partecipanti a giochi televisivi  o babysitter sono diventati premier e così via. Il risultato? Spessore politico, come i tassi di interesse bancari ai minimi storici e peso internazionale praticamente inesistente se non legato a eventi marketing di facciata. Mentre il Paese affonda, “tutto va bene madama la Marchesa”. Mentre la crisi e la scure della finanziaria sta per abbattersi sulle teste degli italiani, ci distraiamo con veri o presunti complotti, inciuci, mentre le cartelle esattoriali stanno dilaniando il Paese ci infogniamo nel dibattito sulla riforma della giustizia, pensando il suo perso sia la condizione carceraria e, quindi, qualcuno pensa di distrarre l’opinione pubblica dirottando l’attenzione su uno degli effetti e non sulle cause. Insomma siamo diventati una nazione nelle quale si curano le patologie somministrando farmaci per arginare i sintomi e non terapie per curare le cause patologiche. Tutto normale. Del resto cosa si può pretendere se il sistema messo su ad arte e ci pone, davanti, i servi della marchesa? Se sugli scranni del potere legislativo siedono diverse delicate e pretenziose chiappe che non avendo mai lavorato in vita loro non si sono mai posti il problema di quanto costa la mattina un litro di latte (per far fare la colazione ai propri figli), un chilo di pane (per far mangiare la famiglia), un litro di carburante (per andare a guadagnarsi da vivere). Proprio per questo, oggi più che mai è attuale la citazione: “tutto va bene, Madama la marchesa”! Chissà cosa avrebbe detto oggi, un altro storico aristocratico della Roma papalina, il Marchese del Grillo. Ma forse è meglio non saperlo, potendolo ben immaginarlo. 

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