Ucraina – Orbán  propone tregua natalizia e Zelensky, che la respinge, chiede più armi

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Volodymyr Zelensky ha bocciato senza appelli la proposta del presidente ungherese Orban di un cessate il fuoco natalizio e di un scambio di prigionieri bollandola come “non seria e politicamente di facciata”. Il presidente ucraino ha rilanciato invitando gli alleati occidentali a fornire, al Paese dilaniato dalla guerra, garanzie di sicurezza e armi supplementari e contemporaneamente ha fatto sapere che le sue truppe non sono attrezzate per affrontare positivamente la Russia e che solo l’unità tra Unione Europea e Stati Uniti permetterà all’Ucraina di prevalere nel conflitto. Dal canto suo Orban, rifacendosi a un precedente della prima guerra mondiale, la settimana scorsa, durante il suo programmato discorso settimanale alla nazione aveva avanzato l’ipotesi che “durante il Natale nessuno debba morire in prima linea”. Un’idea quella ungherese che, da quanto si apprende, prevedeva, anche, uno “scambio di prigionieri su larga scala”, che, pare, poteva essere accettata dal Cremlino. A tal proposito il presidente Zelensky è stato duro e diretto, dichiarando: “con tutto il rispetto per il popolo ungherese, per l’Ungheria e per il trattamento dei rifugiati ucraini, ma con tutto il rispetto, il primo ministro non ha un mandato personale per organizzare i negoziati e il suo rapporto con Putin è un po’ troppo caldo per mettere Putin al suo posto. Ha descritto lo scambio di prigionieri come un’operazione di pubbliche relazioni politiche. Lo scambio di prigionieri e quello che viene proposto dall’Ungheria suona un po’ natalizio, ma da noi non c’è aria di vacanza. Non si può discutere di nulla, non si può risolvere nulla senza la partecipazione dell’Ucraina perché la guerra si sta svolgendo sul nostro territorio, quindi, sono un po’ scettico su questa iniziativa.

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