Ue. Borrell: Armi occidentali all’Ucraina per colpire la Russia. Il no di Ungheria ed Italia

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Le armi che l’Occidente ha concesso all’Ucraina dovrebbero poter godere di un “pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia”. Non dovrebbe esistere alcun tipo di restrizione al loro utilizzo. E’ questa la linea di pensiero dell’Alto rappresentante della Politica estera e di sicurezza comune dell’Unione europea, Josep Borrell, spiegata al ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba in visita a Bruxelles, per un consiglio Affari esteri informale. Una presa di posizione che viene ‘criticata’ dalla diplomazia europea. Parole di fuoco arrivano dall’Ungheria. “Proposte sconsiderate da Bruxelles sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente. La pericolosa furia dell’Alto Rappresentante deve essere fermata. Non vogliamo altre armi in Ucraina, non vogliamo altri morti, non vogliamo un’escalation della guerra, non vogliamo un’escalation della crisi in Medio Oriente. Oggi continuiamo ad adottare una posizione pacifica e di buon senso”. E’ quanto scrive in un post su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. L’Italia con il ministro degli esteri, Antonio Tajani, annuncia un no secco all’utilizzo delle armi contro Mosca. “Le nostre armi non possono essere utilizzate in territorio russo”, precisa il responsabile della Farnesina.

 Per il numero uno della diplomazia comunitaria Kiev avrebbe il pieno diritto e titolo ad utilizzare le armi fornitele dall’Occidente per colpire la Russia nel suo territorio. Unico vincolo, il rispetto del diritto internazionale. Ma per avere il via libera a questa ‘idea’ serve l’ok, almeno per quanto riguarda l’Europa, del semaforo verde di tutti i 27 Paesi membri dell’Ue. Un assist, quello di Borrell, che è stato subito raccolto da Kiev. L’Ucraina “ha dimostrato che può vincere la guerra” e che lo ha fatto “contro ogni previsione e contro tutti quelli che parlavano di situazione di stallo e di impossibilità di prevalere”, si appresta a sottolineare Kuleba. Che chiede il ‘permesso’ per “colpire obiettivi militari legittimi sul suolo russo”. L’idea dell’Ucraina si basa su attacchi preventivi, colpendo le strutture utilizzate dall’aviazione di Mosca, a partire dalle basi da cui partono caccia, bombardieri e droni che vengono lanciati contro il territorio ucraino. L’obiettivo, è dunque, per Kuleba, di “ridurre la capacità della Russia di colpire le nostre infrastrutture cruciali”. E lancia una sorta di diktat all’Occidente. “Se le decisioni verranno prese, l’Ucraina prevarrà. Se non sarà così, non ci si dovrà lamentare”. “Kuleba ha ragione – sottolinea Borrell -, é chiaro che le forze ucraine, ben equipaggiate, possono cambiare il corso della guerra, non solo difendendosi ma respingendo l’invasione”. Borrell, durante l’incontro con il responsabile della diplomazia ucraina, ha confermato che l’Unione Europea “ha iniziato a trasferire all’Ucraina” i proventi dei beni russi congelati nell’Ue per un valore di “1,4 miliardi”. Dall’Italia, alla proposta di Barrell, arriva un secco no dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, a Bruxelles per la riunione, che ha precisato che per quanto riguarda l’Italia “le nostre armi non possono essere utilizzate in territorio russo. Ciascun Paese è libero di decidere come sia giusto usare gli equipaggiamenti inviati in Ucraina. Noi abbiamo inviato armamenti soprattutto difensivi”. Perché, ribadisce Tajani, “noi non siamo in guerra con la Russia”. 

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