I ventisei neo commissari europei nominati dalla presidente Ursula von der Leyen verranno sottoposti al controllo sui conflitti di interessi e ascoltati in Parlamento a Strasburgo. Solo dopo i “controlli”, per superare i quali dovranno fare i salti mortali, potranno iniziare a esercitare il loro ruolo. Sarà il Parlamento europeo, l’unica euro istituzione eletta direttamente dai cittadini a verificare sei i candidati designati sono degni di ricoprire la carica. Non si esclude che dallo screening possano venir fuori scheletri dagli armadi. La storia insegna che, in passato, posizioni politiche divisive, controversie personali, mancanza di competenza e interessi contrastanti, ha fatto registrare plateali bocciature di euro candidati. Non va dimenticato che l’attuale assise di Strasburgo è più eterogeneo che mai, cosa che rilancia le quotazioni audizioni, solo la necessità di rendere, il prima possibile, operativa la Commissione europea potrebbe favorire i candidati snellendo le procedure.