Oltralpe il governo guidato dal primo ministro Michel Barnier, che pare arrivato al capolinea della sua esperienza di governo, in queste ore deve affrontare due mozioni di sfiducia per il progetto di bilancio. Per questa ragione a Bruxelles, l’Ue segue con particolare attenzione la situazione. A pesare sulla situazione è essenzialmente la legge di bilancio che propone un grande sforzo per ridurre il deficit pubblico francese, stimato al 6,1 per cento quest’anno, al 5 per cento entro il 2025, cosa non molto gradita alla maggioranza parlamentare francese. Per questo Barnier è sotto pressione, a livello nazionale, sia dall’estrema destra che dalla stessa sinistra che hanno annunciato di voler votare una mozione di sfiducia contro il governo. Il primo ministro avrebbe voluto riportare la Francia in linea con il Patto europeo di stabilità e crescita anche in considerazione che la Francia è la seconda economia dell’Ue e il suo Pil rappresenta il 16,6 per cento del Pil dell’Ue. Per far questo Barnier aveva chiesto uno sforzo di 60 miliardi di euro, di cui 40 miliardi di euro di tagli alla spesa e 20 miliardi di euro di entrate aggiuntive. A tutto ciò si aggiunge la preoccupazione dei mercati che si basa sul grande momento di instabilità politica francese. Instabilità politica francese che avrà un notevole peso nell’ambito dibattiti europei, con il peso parigino che rischia di essere fortemente indebolito, proprio in un momento nel quale i nuovi gruppi istituzionali dell’Ue vogliono compiere rapidi progressi sulle sfide geopolitiche, industriali e climatiche che i 27 Stati membri devono affrontare.