L’anno accademico 2024/2025 porta sfide importanti per il sistema universitario italiano. STEM, internazionalizzazione e lavoro rappresentano i capisaldi della nuova sfida universitaria italiana per il sistema Italia. Secondo il Censis si prevede una leggera flessione dello 0,2% nelle immatricolazioni. Sono dati ancora provvisori ma riflettendo cambiamenti demografici e nuove richieste provenienti dal mercato del lavoro: gli studi universitari sono ancora visti dai giovani come un pass importante per accedere ad un lavoro ‘soddisfacente’ ma l’Italia continua ad essere divisa in due tronconi. Seguendo serie storiche, ormai consolidate da decenni, i giovani del Sud preferiscono studiare di più rispetto ai coetanei del nord anche in questo anno accademico, come dimostrano i dati parziali delle immatricolazioni. Il Nord-Ovest registra un calo del 3.6%, il Centro del 2.5%, mentre nel Sud e nelle Isole segnano una crescita del 4.2%. Una fotografia, ancora parziale, sfocata, ma che dimostra come le dinamiche regionali, e non solo, influenzano significativamente i numeri.
Le università rispondono a questa fotografia aggiornando l’offerta formativa, puntando su settori come la cybersecurity, biotecnologie e sostenibilità. Le discipline STEM continuano ad attrarre studenti, ma solo il 36.7% delle studentesse scegliequesti percorsi, evidenziando un gender gap importante. Le iscrizioni femminili nei corsi ICT sono cresciute del 12.5%, ma le donne restano sottorappresentate nei settori STEM.
E poi c’è l’internazionalizzazione: molti Atenei stanno attivando corsi in inglese e collaborazioni con università estere, rendendo il sistema più competitivo.
Le università italiane non si limitano a rispondere alle sfide demografiche, ma costruiscono un futuro in cui gli studenti possano acquisire competenze trasversali per un mercato del lavoro in evoluzione. Per chi deve scegliere il proprio futuro accademico, il 2024/2025 rappresenta un anno cruciale, offrendo molte opportunità. La formazione di oggi sarà la chiave del successo di domani.
Valentina Alvaro