Secondo dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, al 22 febbraio di quest’anno, gli immobili sequestrati erano 25.674, il 77% in più rispetto all’anno scorso. Grazie ad una proposta della ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, parte di questi immobili potrebbero essere convertiti in alloggi universitari per “realizzare concretamente il diritto allo studio, offrendo ai giovani non solo un tetto, ma anche un’opportunità per dare corpo alle proprie ambizioni”.
Campania, Sicilia e Calabria sono le regioni maggiormente interessate dai sequestri, ma sono anche regioni in cui la percentuale di studenti fuori sede è abbastanza alta: niente a che vedere con Pisa, che ospita 36 fuori sede ogni 100 studenti, ma la percentuale per Salerno, ad esempio, è del 10,4%; ad Enna, sono il 13,6% del totale; a Cosenza, coprono il 16,3% degli studenti. Solo in queste tre province, sarebbero circa in 27mila a beneficiare dell’iniziativa proposta. Anche in Lombardia sono stati sequestrati più di 3mila immobili, metà dei quali ancora da destinare e a possibile beneficio dei tantissimi studenti fuori sede nel milanese, proprio lì dove, ormai più di un anno fa, partiva la mobilitazione nazionale contro il caro affitti.
Perché tra appartamenti affittati solo a studentesse, che ispirerebbero più fiducia dei colleghi uomini; numero di coinquilini quasi coincidente a quello dei metri quadri calpestabili e continui rialzi ad un affitto già esorbitante per soluzioni abitative (talvolta) al limite del dignitoso, è molto complicato costruirsi un futuro. Borse di studio ce ne sono ma la norma, contenuta in un nuovo decreto Pnrr e già approvata dal consiglio dei ministri, permetterebbe di aiutare un numero più ampio di studenti che, pur avendo un ISEE nella media, per vari motivi, fanno fatica ad arrivare a fine mese in un’altra città. Darebbe poi, a tanti altri futuri studenti scoraggiati, la speranza di costruirsi un’altra realtà possibile.