Usa: La resa dei conti dei democratici che accusano Biden della sconfitta

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Mentre Kamala Harris, la vicepresidente degli Stati Uniti in corsa per la Casa Bianca ha ammesso la sua sconfitta contro Donald Trump, molti suoi sostenitori, cercando di dare un senso alla sua sconfitta, accusano il presidente Joe Biden. Harris parlerà alla nazione questa sera alle 22 ora italiana. All’indomani della vittoria di Trump sono sempre più i democratici che sostengono, con il senno di poi, che Joe Biden non doveva ricandidarsi alla presidenza Usa. Per Andrew Yang, che nel 2020 concorse contro Biden per la nomination democratica “la responsabilità maggiore di questa sconfitta è del presidente Biden. Se si fosse ritirato a gennaio invece che a luglio, forse saremmo in una situazione molto diversa”. Tantissimi democratici hanno espresso il proprio disappunto nei confronti del presidente Biden per non essersi ritirato prima dalla corsa, dando a Harris più tempo per convincere gli elettori statunitensi. L’inquilino uscente della Casa Bianca aveva voluto a tutti i costi, quest’anno, la sua rielezione  a dispetto degli indici di gradimento alquanto bassi e le preoccupazioni per l’avanzare dell’età. Solo pochi mesi prima del voto, l’ottantunenne presidente ha abbandonato la corsa, dopo il disastroso dibattito televisivo contro Trump seguite dalle crescenti pressioni del suo stesso partito come quelle poste in essere dall’ex presidente Barack Obama e dall’ex presidente della Camera Nancy Pelosi. Biden per diversi mesi aveva rifiutato l’invito, insistendo sul fatto di essere all’altezza della sfida di candidarsi alla presidenza, anche se i sondaggi mostravano che gli elettori lo ritenevano troppo vecchio per il lavoro. In realtà Kamala Harris, proprio in seguito alla posizione iniziale assunta da Biden, ha preso in mano le redini della campagna a soli 107 giorni dalle elezioni, cosa che le ha lasciato poco tempo per differenziarsi da Biden quando ha iniziato la campagna. Per alcuni dirigenti democratici statunitensi se Biden si fosse fatto da parte prima, il partito sarebbe stato in grado di organizzare le primarie per trovare il candidato alla presidenza. Questo avrebbe permesso a diversi candidati di lottare per la posizione di candidato presidenziale, differenziandosi l’uno dall’altro e gettando le basi per una campagna più forte.

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