Tortura, rapina aggravata, lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Sono queste le accuse a carico di sei persone formulate dalla Procura della Repubblica di Verona. Per questo motivo la polizia di Stato ha eseguito sei decreti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti indagati di nazionalità marocchina, con precedenti penali, senza fissa dimora e irregolari sul territorio nazionale. Uno dei sei è ancora ricercato. La vittima, un ventiseienne di origini marocchine, si era resa protagonista, lo scorso 19 maggio, del vano tentativo di salvataggio di un ragazzo di nazionalità somala finito nel canale Camuzzoni e che risulta tuttora disperso; in occasione di quel tragico evento, aveva perso la vita un giovane originario del Benin, il cui corpo era stato recuperato poche ore dopo in quelle stesse acque. Appena 10 giorni dopo il tentativo disperato di aiutare i due uomini in difficoltà, il giovane è rimasto vittima di un agguato organizzato ai suoi danni da sei suoi connazionali che lo hanno sorpreso di notte, nel sonno, nell’edificio abbandonato in cui stava dormendo. Senza dargli il tempo di realizzare cosa stesse accadendo e dopo averlo reso inerme legandogli mani e piedi, si sono scagliati contro di lui con bastoni e bottiglie ferendolo gravemente, fino addirittura a provocargli una deformazione permanente al viso. Prima che il giovane riuscisse a scappare, poi, lo hanno rapinato dello smartphone e di 400 euro. In quel frangente, un amico della vittima, che stava facendo rientro nello stesso alloggio di fortuna, era stato intercettato dallo stesso gruppo proprio mentre si stava allontanando dopo il brutale pestaggio: riconosciuto da loro come un conoscente dell’altro malcapitato, era stato anche lui accerchiato, aggredito e rapinato del cellulare e del danaro che aveva con sé.
Verona, rapina e torture a 26enne: cinque fermati dalla polizia
Date: