Il Mondo e la Chiesa si interroga su chi sarà il prossimo cardinale che salirà sul soglio di Pietro tra i 135 conclavizi che dopo il i novendiali, illuminati dallo Spirito Santo entreranno nella Cappella Sistina “extra omnes” (fiori gli uomini), per eleggere il 266esimo pontefice di santa Roman Chiesa. Tra i nomi e le correnti filosofiche di pensiero più accreditate ci sono, al momento, ci sono dieci principi della Chiesa che potrebbero indossare la talare e la papalina bianca e affacciarsi dalla loggia delle benedizioni per presentarsi al mondo nelle, non semplici vesti, di successore di Francesco. Sarà in Italiano?, un europeo?, un asiatico? un americano? o un africano? Vediamo, insieme, i nomi in Top Ten e perché sono considerati favoriti. Tra gli italiani spiccano i nomi di:

Cardinal Pietro Parolin
Parolin, 70 anni, italiano, è Segretario di Stato di Francesco dal 2014 ed è considerato uno dei principali candidati alla carica di Papa, data la sua posizione di rilievo nella gerarchia cattolica. Il diplomatico veterano ha supervisionato il controverso accordo della Santa Sede con la Cina sulle nomine dei vescovi ed è stato coinvolto – ma non incriminato – nel fallito investimento del Vaticano in un’impresa immobiliare londinese che ha portato nel 2021 al processo contro un altro cardinale e altri nove. Ex ambasciatore in Venezuela, Parolin conosce bene la Chiesa latinoamericana. Sarebbe visto come qualcuno che continuerebbe la tradizione di Francesco, ma come un diplomatico interno più sobrio e timido, riportando un italiano al papato dopo tre successivi outsider: San Giovanni Paolo II (Polonia); Benedetto (Germania) e Francesco (Argentina). Ma sebbene Parolin abbia gestito la burocrazia vaticana, non ha una vera esperienza pastorale. I suoi legami con lo scandalo di Londra, in cui il suo ufficio ha perso decine di milioni di dollari a causa di affari illeciti e loschi affaristi, potrebbero essere un peso per lui.

Cardinal Pierbattista Pizzaballa
Sua Beatitudine il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, O.F.M., Patriarca di Gerusalemme dei Latini, è nato a Cologno al Serio (BG) il 21 aprile 1965. Ha frequentato le Scuole Medie nel Seminario Minore “Le Grazie” di Rimini e conseguito la maturità classica presso il Seminario Arcivescovile di Ferrara (giugno 1984). È nell’ordine dei frati minori il 5 settembre 1984 a Ferrara (S. Spirito) e ha trascorso l’anno di noviziato nel Santuario Francescano di La Verna (Arezzo-Italia). Ha emesso la Professione Temporanea alla Verna, il 7 settembre 1985. A Bologna presso la Chiesa di S. Antonio ha emesso la Professione Solenne il 10 ottobre 1989. Sempre a Bologna, il 15 settembre 1990, è stato ordinato sacerdote. Trascorso un periodo a Roma si è trasferito in Terra Santa, a Gerusalemme, nell’ottobre 1990. Dopo gli studi filosofici-teologici, consegue: Licenza in Teologia Biblica allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Sua Beatitudine Pizzaballa parla italiano, ebraico moderno, inglese. Nel 1995, ha curato la pubblicazione del Messale Romano in lingua ebraica ed ha tradotto vari testi liturgici in ebraico per le Comunità cattoliche in Israele. Dal 2 luglio 1999 entra formalmente a servizio della Custodia di Terra Santa. Ha ricoperto il ruolo di Vicario Generale del Patriarca Latino di Gerusalemme per la cura pastorale dei cattolici di espressione ebraica in Israele. Dal 2008 è Consultore nella Commissione per i rapporti con l’Ebraismo del Pontificio Consiglio Promozione Unità dei Cristiani. Ha fatto il suo solenne ingresso a S. Salvatore il 2 Giugno 2004, al S. Sepolcro il 3 giugno 2004, a Betlemme il 4 giugno 2004; a Nazaret il 9 giugno dello stesso anno. Pierbattista Pizzaballa è stato nominato Custode di Terra Santa per la prima volta nel maggio del 2004, per un periodo di sei anni. Nel maggio 2010 è stato riconfermato, dal Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, per un altro mandato di tre anni e, nel giungo 2013, per successivi tre anni. Il 24 giugno 2016 Sua Santità Papa Francesco ha nominato Padre Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme sede vacante, fino alla nomina di un nuovo Patriarca. Il 15 luglio 2016, in occasione della riunione del Collegio dei Consultori del Patriarcato latino, Sua Beatitudine il Patriarca emerito Fouad Twal ha proceduto al passaggio dei suoi poteri all’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, designato Amministratore Apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme come da decreto di papa Francesco.

Cardinal Matteo Maria Zuppi
Infine, , un’organizzazione benefica cattolica con sede a Roma che ha avuto un ruolo di primo piano sotto Francesco, in particolare nel dialogo interreligioso. Zuppi ha fatto parte del team di Sant’Egidio Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, eletto nel 2022, è strettamente legato alla Comunità di Sant’Egidio che ha contribuito a negoziare la fine della guerra civile in Mozambico negli anni ’90 ed è stato nominato inviato di pace di Francesco per la guerra russa in Ucraina. Francesco lo ha nominato cardinale nel 2019 e in seguito ha chiarito di volerlo alla guida dei vescovi italiani, in segno di ammirazione per il prelato che, come Francesco, è noto come un “prete di strada”. A ulteriore dimostrazione delle sue inclinazioni progressiste e della sua vicinanza a Francesco, Zuppi ha scritto l’introduzione all’edizione italiana di “Building a Bridge”, del reverendo James Martin, gesuita americano, sulla necessità della Chiesa di migliorare il suo impegno verso la comunità LGBTQ+. Zuppi sarebbe un candidato in linea con la tradizione di Francesco, che si dedica al servizio degli emarginati, sebbene la sua relativa giovane età lo penalizzi tra i cardinali che aspirano a un pontificato breve. La sua famiglia aveva forti legami istituzionali: il padre di Zuppi lavorava per il quotidiano vaticano L’Osservatore Romano e sua madre era nipote del cardinale Carlo Confalonieri, decano del Collegio Cardinalizio negli anni ’60 e ’70.
Tra gli aspiranti europei emergono i nomi di:

Cardinal Péter Erdo
Péter Erdo, 72 anni, arcivescovo di Budapest e primate d’Ungheria, è stato eletto due volte a capo del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, nel 2005 e nel 2011, il che suggerisce che goda della stima dei cardinali europei che costituiscono il più grande blocco elettorale. In tale veste, Erdo ha avuto modo di conoscere molti cardinali africani, poiché il Consiglio ospita regolarmente sessioni con le conferenze episcopali africane. Erdo ha avuto ancora maggiore visibilità quando ha contribuito a organizzare gli incontri di Francesco in Vaticano sulla famiglia nel 2014 e 2015, pronunciando discorsi chiave, nonché durante le visite papali a Budapest nel 2021 e nel 2023.

Cardinal Reinhard Marx
Il Cardinale Reinhard Marx, 71 anni, arcivescovo di Monaco e Frisinga, è stato scelto da Francesco come consigliere chiave nel 2013. Marx è stato successivamente nominato a capo del Consiglio che sovrintende alle finanze vaticane durante le riforme e il contenimento dei costi. L’ex presidente della Conferenza episcopale tedesca è stato un convinto sostenitore del controverso processo di dialogo “sinodale” nella Chiesa tedesca, avviato nel 2020 in risposta allo scandalo degli abusi sessuali commessi da membri del clero. Di conseguenza, è visto con scetticismo dai conservatori che consideravano il processo una minaccia all’unità della Chiesa, dato che comportava il dibattito su temi come il celibato, l’omosessualità e l’ordinazione delle donne. Marx ha fatto notizia nel 2021 quando si è offerto in modo drammatico di dimettersi da arcivescovo per espiare il terribile record di abusi nella Chiesa tedesca, ma Francesco ha rapidamente respinto le dimissioni e gli ha chiesto di rimanere.

Cardinal Christoph Maria Michael Hugo Damian Peter Adalbert Schoenborn
Schoenborn, 80 anni, arcivescovo di Vienna, in Austria, era uno studente di Benedetto, e quindi sulla carta sembra avere le capacità accademiche dottrinarie per attrarre i conservatori. Tuttavia, è stato associato a una delle mosse più controverse di Francesco, difendendo il suo impegno verso i cattolici divorziati e risposati civilmente come uno “sviluppo organico della dottrina”, non come la rottura che alcuni conservatori sostenevano. I genitori di Schoenborn divorziarono quando lui era adolescente, quindi la questione è personale. Ha anche ricevuto critiche dal Vaticano quando ha criticato il suo rifiuto passato di sanzionare autori di abusi sessuali di alto rango, incluso il suo predecessore come arcivescovo di Vienna. Schoenborn ha espresso sostegno alle unioni civili e alle donne come diacono, ed è stato determinante nella redazione dell’aggiornamento del 1992 del Catechismo della Chiesa Cattolica, il manuale di insegnamento della Chiesa di cui Benedetto aveva guidato la direzione dell’ufficio dottrinale del Vaticano.
Dal continente africano potrebbe succedere a Francesco:

Cardinal Robert Sarah
Sarah, 79 anni, originario della Guinea, a capo dell’ufficio liturgico del Vaticano in pensione, era da tempo considerato la migliore speranza per un papa africano. Amato dai conservatori, Sarah avrebbe segnato un ritorno ai pontificati dottrinari e liturgici di Giovanni Paolo II e Benedetto. Sarah, che in precedenza aveva guidato l’ufficio di beneficenza del Vaticano Cor Unum, si era scontrato in diverse occasioni con Francesco, ma mai in modo così grave come quando lui e Benedetto avevano scritto a quattro mani un libro che sosteneva la “necessità” di mantenere il celibato per i sacerdoti di rito latino. Il libro uscì mentre Francesco stava valutando se consentire ai preti sposati in Amazzonia di far fronte alla carenza di sacerdoti. L’implicazione era che Sarah avesse manipolato Benedetto inducendolo a prestare il suo nome e la sua autorità morale a un libro che aveva tutte le apparenze per essere un contrappeso agli insegnamenti di Francesco stesso. Francesco licenziò il segretario di Benedetto e diversi mesi dopo mise in pensione Sarah, dopo aver compiuto 75 anni. Persino i sostenitori di Sarah lamentarono che l’episodio avesse danneggiato le sue possibilità papali.
Mentre dall’Asia, potrebbe approdare al vertice del Vaticano

Cardinal Luis Antonio Tagle
Tagle, 67 anni, delle Filippine, sembrerebbe essere la scelta di Francesco per il primo papa asiatico. Francesco ha portato il popolare arcivescovo di Manila a Roma per guidare l’ufficio di evangelizzazione missionaria del Vaticano, che serve le esigenze della Chiesa cattolica in gran parte dell’Asia e dell’Africa. Il suo ruolo ha assunto maggiore importanza quando Francesco ha riformato la burocrazia vaticana e ha aumentato l’importanza del suo ufficio di evangelizzazione. Tagle cita spesso le sue origini cinesi – sua nonna materna faceva parte di una famiglia cinese trasferitasi nelle Filippine – ed è noto per la sua emotività quando parla della sua infanzia. Sebbene abbia esperienza pastorale, vaticana e manageriale – ha guidato la Caritas Internationalis, la federazione di organizzazioni caritatevoli del Vaticano, prima di stabilirsi definitivamente a Roma – Tagle sarebbe tra i più giovani ad essere eletto papa a vita, con i cardinali che forse preferirebbero un candidato più anziano il cui pontificato sarebbe più limitato.
Del nuovo continente, i favoriti sono:

Cardinal Robert Francis Prevost
L’idea di un papa americano è stata a lungo un tabù, dato il potere geopolitico già esercitato dagli Stati Uniti. Ma Prevost, 69 anni, nato a Chicago, potrebbe rappresentare una novità. Ha una vasta esperienza in Perù, prima come missionario e poi come arcivescovo, ed è attualmente prefetto del potente dicastero per i vescovi del Vaticano, incaricato di valutare le nomine dei vescovi in tutto il mondo. Francesco lo aveva chiaramente tenuto d’occhio per anni e lo aveva mandato a guidare la diocesi di Chiclayo, in Perù, nel 2014. Ha ricoperto tale incarico fino al 2023, quando Francesco lo ha chiamato a Roma per il suo attuale incarico. Prevost è anche presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, un incarico che lo mantiene in contatto regolare con la gerarchia cattolica nella parte del mondo che conta ancora il maggior numero di cattolici. Oltre alla sua nazionalità, la relativa giovane età di Prevost potrebbe giocare a suo sfavore se i suoi confratelli cardinali non volessero impegnarsi per un papa che potrebbe regnare per altri due decenni.

Cardina Marc Ouellet
Ouellet, 80 anni, canadese, ha guidato l’influente ufficio vescovile del Vaticano per oltre un decennio, supervisionando il fondamentale punto di incontro tra i potenziali candidati alla guida delle diocesi di tutto il mondo. Francesco mantenne Ouellet in carica fino al 2023, nonostante fosse stato nominato da Papa Benedetto XVI, contribuendo così a selezionare i vescovi più dottrinari preferiti dal pontefice tedesco. Considerato più conservatore di Francesco, Ouellet scelse comunque vescovi con una mentalità pastorale che riflettesse la convinzione di Francesco che i vescovi dovessero “avere l’odore delle pecore” del loro gregge. Ouellet difese il celibato sacerdotale per la Chiesa di rito latino e sostenne il divieto di ordinazione femminile, ma chiese che le donne avessero un ruolo maggiore nel governo della Chiesa. Ha buoni contatti con la Chiesa latinoamericana, avendo guidato la Pontificia Commissione per l’America Latina del Vaticano per oltre un decennio. Dal 2019, il suo ufficio si occupa di indagare sui vescovi accusati di aver coperto preti predatori, un incarico che non gli avrebbe fatto guadagnare amicizie tra i condannati, ma che avrebbe anche potuto fornirgli molte informazioni altrimenti riservate e potenzialmente compromettenti sui colleghi cardinali.
In estrema sintesi, di tutti costoro, il più abile diplomatico e stretto collaboratore di Francesco è Parolin (70 anni), seguito da Pizzaballa (60 anni) che brillantemente mantiene saldi i rapporti tra oriente e occidente e che potrebbe essere considerato in quota italiana, quindi, europea e asiatica, con il vantaggio di essere anche un francescano. Poi, ci sarebbe Zuppi (69 anni) presidente della CEI e molto legato alla Comunità di Sant’Egidio. Tra gli americani, opportuni successori di Francesco, in un continente con leadership discutibili ci potrebbero essere il 69enne Prevost e l’80enne Ouellet, quest’ultimo forse troppo anziano per una programmazione pontifica a lungo termine. Poi, ci sarebbe l’asiatico con grande esperienza missionaria Tagle (67 anni) insieme a lui dall’Africa c’è il guineano Sarah (79 anni), alla soglia limite anagrafica conclavizia, esperto liturgico e ben visto dai conservatori. Tra i porporati europei più lanciato verso il palazzo Apostolico ci sarebbero, anche, il 72enne Erdo sostenuto da gran parte dei 59 Cardinali europei, poi, ci sarebbe il 71enne Marx, esperto in finanze e non ben visto dai conservatori. Infine, Schoenborn, 80 anni, (anche lui alla soglia del confine cardinalizio), l’altra carta su cui puntano i conservatori.