Donald Trump ritiene che la situazione del conflitto tra Ucraina e Russia sia “molto più difficile di quella in Medio Oriente”. Il presidente eletto lo ha detto a una domanda di un giornalista, nella conferenza stampa a Mar-a-Lago, in cui ha precisato di avere avuto “una buona conversazione” con il premier israeliano Benjamin Netanyhau, anche se, ha aggiunto, le “vere conversazioni cominceranno dal 20 gennaio”, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca.
“Il numero dei soldati uccisi in entrambi i lati tra Russia e Ucraina – ha osservato -, è astronomico, quello che viene riferito è di molto maggiore a quello che stanno riportando da entrambi i lati”. Per questo motivo, Trump ha annunciato che parlerà sia con il presidente russo Vladimir Putin che con quello ucraino, Volodymyr Zelensky. “Deve finire” la guerra, ha ribadito, dopo aver ricordato che l’Ucraina è stata ridotta in macerie e che ci vorrà un secolo per ricostruirla. “Ci sono città dove non c’è un solo palazzo in piedi, sono solo un luogo di demolizione”. Trump ha raccontato che gli sono state mostrate foto di morti in campi di battaglia che gli hanno ricordato le immagini della Guerra civile americana del 1861-1865.
Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante una visita in Croazia, ha affermato di vedere nei prossimi mesi l’opportunità di porre fine alla guerra russo-ucraina nel 2025 a condizioni accettabili per l’Ucraina.
Il Presidente ucraino ha osservato che l’ingresso dell’Ucraina alla NATO è il primo punto del suo “piano di vittoria”, poiché solo questo creerà certezza geopolitica in Europa e costringera’ la Russia a fare i conti con l’esistenza di un’Ucraina non conquistabile.
Vladimir Putin sfrutta la conferenza stampa di fine anno per accusare l’Occidente e l’Ucraina di non essere collaborativi sul fronte della “pace”, minacciando anche ripercussioni belliche con i famigerati missili Oreshnik. Più volte il Presidente russo ha specificato di essere pronto ai negoziati e a parlare con Trump e Assad, entrando in contrasto con i presupposti iniziali di pace e collaborazione e non sono mancate la rassicurazioni sul fatto che l’economia Russia stia continuando a crescere sempre di più: prima in Europa e quarta nel mondo, secondo le parole di Vladimir Putin. Il presidente russo Vladimir Putin ha chiarito di essere favorevole a parlare con il neo Presidente americano Trump “in qualsiasi momento” aggiungendo, però: “Non so quando lo vedrò. Non sta dicendo niente a riguardo. Non gli parlo da più di quattro anni. Sono pronto, ovviamente. In qualsiasi momento”.
Inoltre, il capo del Cremlino ha raccontato che “ad essere sincero, non ho ancora incontrato il presidente Assad dopo il suo arrivo a Mosca, ma ho intenzione di farlo, gli parlerò sicuramente”, rimarcando il fatto che la caduta della Siria nelle mani dei jihadisti non rappresenti una sconfitta per la Russia.
Putin ha provocato l’Occidente chiedendogli di provare ad intercettare il missile Oreshnik capace di trasportare testate nucleari, in quanto ritiene che “non vi è alcuna possibilità” di riuscita. Il presidente russo ha poi chiesto agli stati occidentali di scegliere “un obiettivo a Kiev che la Russia deve colpire con l’Oreshnik e concentri lì i sistemi di difesa aerea per intercettarlo” evidenziando che “Non vi è alcuna possibilità di abbattere o distruggere facilmente l’Oreshnik”.
Mosca ritiene “illegittimo il governo ucraino”
Non è mancata la stoccata al Premier ucraino Volodymyr Zelensky da parte di Vladimir Putin, il quale sostiene che il governo del suo nemico sia “illegittimo poiché molti dei suoi organi sono formati da un presidente che ha perso la sua legittimità” e che “nella Costituzione dell’Ucraina non vi è alcuna indicazione sulla possibilità di estendere i poteri del presidente anche sotto la legge marziale“. Poi però il presidente russo ha provato a mantenere la calma, raccontando che Mosca parlerà con chiunque, compreso Zelensky, se dovesse andare alle urne e ottenere legittimità”. Una cosa è certa: votare sotto le bombe non è facile e indire elezioni in questo momento non è realmente accettabile.
“Non posso dare ora una data precisa per la liberazione della regione di Kursk” ha scandito Vladimir Putin, cercando di rassicuare gli ascoltatori dicendo che “tutto sarà ricostruito, le strade, le infrastrutture, le scuole, gli asili e i luoghi di incontro” e garantendo che “è comunque importante parlarne perché sicuramente l’avversario sarà spazzato via”.
Per quanto riguarda l’economia, il presidente russo ha dovuto ammettere che l’aumentando dell’inflazione sia un “segnale preoccupante” ma sostenendo che gli stipendi sono aumentati e la situazione rimane stabile. Ormai Mosca punta tutto sulla Cina, con una relazione ritenuta dal Cremlino come di livello e qualità “senza precedenti” oltre che un ” fattore di stabilità più importante” a livello mondiale: vista la coesistenza, chissà cosa potrebbe accadere se uno dei due stati dovesse andare in crisi.
Sulla morte del generale Igor Kirillov, Putin ha dovuto ammettere che la colpa è da imputare ai servizi di intelligence che “stanno permettendo che questi attacchi avvengano” e questo secondo lui vuol dire che bisogna “migliorare questo lavoro. Non dobbiamo permettere che si verifichino errori così gravi”. L’attentato contro il generale russo rappresenta una sconfitta a dir poco bruciante per Mosca, che a quanto pare non è poi così impenetrabile anche nella pubblica sicurezza, ma si era già visto con il tragico evento della Crocus City Hall, in cui il 22 marzo scorso i jihadisti dell’Isis K sono riusciti ad irrompere nella struttura di Krasnogorsk facendo una strage.
Vladimir Putin si è detto pronto a incontrare il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, “in qualsiasi momento”. “Non so quando lo vedrò. Non gli parlo da più di quattro anni. Sono pronto, ovviamente. In qualsiasi momento”, ha detto il presidente russo parlando nella conferenza stampa di fine anno trasmessa in televisione.
La Russia, comunque, negozierà e firmerà accordi di pace solo con “il legittimo leader dell’Ucraina”, quindi dopo le elezioni presidenziali. Mosca – ha ricordato Putin – parlerà con Zelensky (il cui mandato è scaduto a maggio) “solo se andrà ad elezioni e sarà rieletto. Se il leader ucraino è illegittimo allora lo è tutta la struttura di potere”, ha aggiunto.