Von der Leyen si piega Macron e rispedisce a Parigi Breton

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Alla fine era un gioco politico tra Bruxelles e Parigi. La Presidente della Commissione non voleva più Breton, Macron voleva più deleghe importanti per il Commissario francese, che la von der Leyen gli ha offerto in cambio della sostituzione di Breton. Dopo poche ore arriva da Parigi l’ indicazione del Ministro degli Esteri, Stephane Séjourne’ , di provata fede macroniana. Alla fine una tempesta in un bicchiere d’ acqua. A questo punto, visto che Parigi ha ottenuto ciò che voleva e i liberali non possono più lamentarsi circa gli incarichi, la strada per Fitto dovrebbe essere in discesa. Paradossalmente, il caso Breton, favorirà la nomina di Fitto a Vice Presidente con delega sui fondi di coesione e del PNRR . Il Commissario italiano in pectore, si troverà tra le manine un programma di investimenti che ruota intorno ai mille miliardi di euro. La cifra che gestirà Fitto è l’ unica oggi disponibile per essere spesa, in attesa degli ottocento miliardi di cui parla Draghi nel suo documento economico, occorrenti per il rilancio dell’ Unione europea , in termini di competitività, sui mercati internazionali e per tenere il passo con Cina e Usa. Poiché molti paesi sono in ritardo sul PNRR, Fitto potrebbe assumere anche il ruolo di negoziatore con le capitali sulla revisione e la riscrittura dei piani, in questo modo anche l’ Italia ne sarebbe favorita in termini di un allungamento dei tempi di realizzazione. Ma al di là delle soddisfazioni che potrà dichiarare il governo italiano se Fitto riceverà le deleghe di cui abbiamo parlato, non si potrà certamente gioire per una svolta europea che è ancora lontana. Del resto ‘ l’ affaire Breton ‘ è emblematico di una crisi profonda delle istituzioni europee e aumenta ancora di più i dubbi sulla loro capacità di essere all’ altezza di guidare il processo storico difronte al quale l’ Europa si trova. A nessuno sarà sfuggito che lo scontro franco-tedesco, in quel di Bruxelles, non è usuale, ma è il segnale di un ulteriore indebolimento di una storica collaborazione tra due stati. Del resto , la Francia ha un Presidente dimezzato e azzoppato sia in Patria che fuori, al punto che è stato costretto a cambiare Commissario in corso di nomine. In Germania le cose non vanno meglio con il cancelliere Scholz che di leader politico ha ben poco e i fatti lo dimostrano, sia all’ Interno che all’ esterno. L’ Italia al contrario, ha una grande occasione, quella di entrare in una cabina di regia che scarseggia di protagonisti. Ci riuscirà la Meloni? Indubbiamente Fitto vice presidente con deleghe importanti, sarebbe un successo per l’ Italia. Poi bisogna, però, rilanciare l’ Europa.

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