Von der Leyen teme i franchi tiratori e spera nella Meloni. Tajani lancia Fitto: Sarebbe un ottimo commissario europeo

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Il giorno dopo il via libera alla nuova governance europea che ha trovato l’accordo sulla maggioranza Ursula e l’estromissione dei partiti di destra e soprattutto di Giorgia Meloni nelle decisioni si valutano gli scenari politici del nuovo assetto politico nel Parlamento europeo. Il no della presidente del consiglio italiano alla triade scelta, volta ed imposta senza alcuna alternativa possibile da popolari, socialisti e macroniani ha fatto rumore ed ora si cerca di stemperare i toni. Questo perché, al netto di tutti gli accordi, la ripoposta neo presidente della Commissione Europea è preoccupata dal voto del Parlamento. Ha la maggioranza numerica, assicurata dai tre partiti che l’hanno riproposta alla guida dell’Ue, ma sa che i franchi tiratori potrebbero ‘incrinare’ il suo mandato rendendolo zoppo fin dalla sua nascita. Ursula non si fida e vuole blindarsi. Vuole dimostrare la sua forza. E per farlo ha bisogno dei voti ‘aggiuntivi’ e quindi di Giorgia Meloni che si è astenuta sul suo nome ed ha detto no alle altre due scelte. Per questo la von der Leyen non chiude definitivamente la porta a Roma nonostante la scelta del governo italiano. E nessuno, nonostante le divergenze politiche, potrebbe farlo. “Meloni si è astenuta sulla mia nomina, ma è importante lavorare bene al Consiglio con l’Italia, così come con gli altri Stati membri, è un principio che seguo sempre”, è l’apertura di Ursula von der Leyen al termine del Consiglio Europeo. “Lavorerò con tutto il Parlamento, ma devo convincere una maggioranza: stiamo costruendo una piattaforma con Ppe, S&D e Renew ma mi rivolgerò anche ad altri partiti, è importante costruire una larga maggioranza per l’Europa”. La ‘presidente in pectore’ sembra, quindi, essere preoccupata e chiede ‘espressamente’ i voti di Fratelli d’Italia per irrobustire il suo mandato. Ma deve dare in cambio qualcosa. Questo lei lo sa molto bene. C’è chi parla della vice presidenza, carica da scartare perché la Meloni ha ‘bocciato’ la triade, o di un commissario di peso. E questa potrebbe essere la strada giusta. La conferma arriva dalle parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani che lancia il nome di Raffaele Fitto. Non un nome nuovo perché circola da settimane, ma assume un peso specifico all’indomani del Consiglio d’Europa. “Non ne abbiamo ancora parlato, ma secondo me Fitto sarebbe un eccellente commissario perché ha grande esperienza come ministro delle Politiche comunitarie e come parlamentare europeo ha guidato un gruppo politico”. Parole che, espresse da un uomo ‘europeo’ come il responsabile della Farnesina, sottolineano che una trattiva in corso ci sarebbe tra la neo presidente della Commissione ed il governo italiano. Intanto Tajani fa sapere che “Forza Italia voterà Metsola presidente del Parlamento e von der Leyen della Commissione Ue. In sintonia con il Ppe. Molto perplessi su durata della presidenza del Consiglio Ue. A Kaja Kallas chiediamo impegno chiaro su Sud e Medioriente. Sì all’apertura ai conservatori. No ai verdi”. Per il vice premier italiano “é emersa una netta distinzione tra i rapporti tra partiti e i rapporti tra i Paesi, quindi non c’è stato nessun isolamento dell’Italia, se vogliamo fare un’analisi oggettiva. Poi, per quanto riguarda le scelte di tipo politico, anche io non ho condiviso il metodo e correttamente il presidente del Consiglio ha tenuto conto della nostra posizione quando ha annunciato l’astensione su Ursula von der Leyen”.

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