Il raid israeliano contro Hodeida di ieri secondo fonti locali non confermate avrebbe fatto registrare nella città controllata dagli Houthi diversi morti e feriti. All’alba di oggi un missile lanciato dallo Yemen è stato abbattuto dall’Idf e secondo il presidente Benjamin Netanyahu l’area portuale yemenita non era un “porto innocente”, Sarebbero almeno tre le persone rimaste uccise e circa ottanta quelle ferite in seguito all’attacco israeliano, di ieri, contro il porto di Hodeida, controllato dagli Houth. L’Idf si è assunto la responsabilità dell’attacco, precisando di aver colpito solo depositi di stoccaggio del petrolio e alcune infrastrutture elettriche. Per il governo israeliano, infatti, quel porto sarebbe stato utilizzato per fini militari e, soprattutto, come accesso per le armi mortali fornite agli Houthi dall’Iran, armi utilizzate, poi, per attaccare Israele. Ieri sera, il presidente israeliano Netanyahu, parlando alla nazione ha detto che ” gli Houthi, come Hamas e Hezbollah, sono parte integrante dell’asse del male dell’Iran. Questo asse non lavora solo contro Israele, ma minaccia la pace del mondo intero. Israele si aspetta che la comunità internazionale intensifichi gli sforzi contro l’Iran, per frenare l’aggressione iraniana e per proteggere la libertà di navigazione internazionale”. Il raid aereo israeliano di ieri messo a segno con l’uso di un F-35 ha rappresentato la risposta all’attacco con drone su Tel Aviv, della notte tra giovedì e venerdì, a causa del quale un uomo di 50 annai rimase ucciso. Attacco, subito rivendicato dagli Houthi. Daniel Hagari, il portavoce militare israeliano ha fatto sapere che l’attacco a è stata opera dell’Idf, senza il coinvolgimento di nessuno, anche se da gennaio scorso militari britannici e statunitensi, oltre a partecipare alla missione Ue “Aspides”, sono stati impegnati nella protezione di navi mercantili occidentali, nell’attraversamento del golfo di Aden e dello stretto di Bab al-Mandab, nel Mar Rosso, diventate bersaglio dei ribelli. Poche ore fa l’esercito israeliano ha reso noto di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen che non avrebbe raggiunto lo spazio aereo dello stato ebraico anche se le sirene anti attacco aereo sono entrate in funzione per segnalare la caduta di frammenti del missile dopo che è stato abbattuto. Intanto la tensione, nella regione, resta alta. Sono in tanti quelli che temono un’escalation, nella regione del conflitto. Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu ha dichiarato di essere “profondamente preoccupato per le notizie di attacchi aerei dentro e intorno al porto di Hodeida nello Yemen. Bisogna evitare attacchi che potrebbero colpire i civili e danneggiare le infrastrutture civili, dando prova della massima moderazione”. Ma l’attacco contro il porto di Hodeida ha provocato, anche, una immediata reazione iraniana attraverso una dichiarazione resa da Nasser Kanaani, il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran che condannando l’azione militare ha prospettato “un’escalation e un’espansione della guerra in seguito alle pericolose azioni militari israeliane. Il popolo dello Yemen sta pagando il prezzo per il suo nobile sostegno alle persone innocenti, comprese donne e bambini, di Gaza”. Anche l’Egitto, tra i principali mediatori per la pace a Gaza, ha espresso preoccupazione per l’accaduto attraverso una nota del ministero degli Esteri del Cairo, nella quale si legge: “l’Egitto, per mantenere la sicurezza e la stabilità nella regione, segue con grande preoccupazione l’operazione militare israeliana sul territorio yemenita, che aumenta ulteriormente la tensione su tutti i fronti”.