L’Ucraina dovrà fare concessioni sui territorio che la Russia ha preso dal 2014 come parte di qualsiasi accordo per porre fine alla guerra. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Marco Rubio, secondo quanto riportato dal New York Times. “La cosa più importante è che l’Ucraina sia pronta a fare cosa difficili, così come i russi dovranno fare cose difficili per porre fine a questo conflitto o almeno interromperlo”, ha messo in evidenza Rubio senza chiarire le concessioni che entrambe le parti dovrebbero fare.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato l’Europa per il riconfermato sostegno e assicurato che la pace è possibile sotto la guida degli Stati Uniti. “Nuovi pacchetti di difesa, rafforzamento della difesa aerea e ancora più investimenti nel nostro settore della difesa. Nel giro di poche settimane, i paesi europei hanno adottato decine di decisioni per aumentare il sostegno all’Ucraina”, ha scritto su Telegram. “Per una pace giusta e duratura è necessario” che un’azione forte sul fronte “e una diplomazia forte lavorino insieme. Sotto la guida degli Stati Uniti e in cooperazione con tutta l’Europa, questo obiettivo è assolutamente realizzabile”, ha assicurato. “La pace è il nostro obiettivo comune. Grazie a tutti i partner che, insieme all’Ucraina, ogni giorno rendono più vicina la pace per tutto il nostro popolo!”, ha concluso.
“Chiunque abbia visto l’intera conferenza stampa alla Casa Bianca potrà confermare che la prima parte è filata liscia, Trump ha difeso Zelensky dalla critica rivoltagli da un reporter per l’abbigliamento non formale. Insomma niente che non fosse amichevole e cortese. Poi è arrivata una domanda in cui giornalista ha chiesto a Trump se non fosse troppo allineato con Putin.
Il Presidente USA ha rigettato l’accusa, si è posto come mediatore, ha riconosciuto l’odio tremendo di Zelensky contro Putin che certamente non aiuta il negoziato, ma ha detto di capirlo, confermando la volontà di arrivare ad un accordo con la più grande durezza, altrimenti la pace non si sarebbe mai raggiunta.
A questo punto Zelensky ha preso la parola, interrompendo Donald J. Trump, per negare di fatto qualsiasi possibilità di negoziato, perché Putin non ha mantenuto i patti sottoscritti dal 2014 al 2015, menzionando alcune violazioni e dicendogli che Putin farà la stessa cosa anche con Trump”.
Zelensky però ha dimenticato di citare le violazioni ucraine di quegli stessi patti, ha dimenticato di dire che lo scambio di prigionieri avvenne da entrambi le parti con 4 anni di ritardo dalla firma degli accordi di Minsk-II, ha dimenticato di citare la legge ucraina che vietava l’uso della lingua russa anche nelle zone russofone del Donbass, ha dimenticato di dire quello che il suo predecessore Poroscenko ha confessato nel maggio 2022 al Financial Times (fatto confermato dalla ex cancelliera tedesca Angela Merkel alla rivista Die Zeit nel dicembre del 2022 e dall’ex presidente francese Hollande al Corriere della Sera nel febbraio 2023) e cioè che gli accordi di Minsk furono fatti per dare tempo all’Ucraina per armarsi).
“A questo punto Vance riprende Zelensky dicendogli che non è rispettoso andare a dire al presidente USA nello studio ovale ed in favore di telecamere, che il suo progetto di pace sarà un fiasco.
Zelensky non accetta il richiamo e con atteggiamento aggressivo si rivolge al vicepresidente dicendogli: “Di che tipo di diplomazia stai parlando, JD ?”
Da qui parte lo scambio con Vance, con Trump che continua a restarsene in silenzio, almeno fino a quando Zelensky pretende d’insegnare a Trump a casa sua come dovrebbe governare l’America: “durante la guerra tutti hanno problemi. Anche voi li avete, ma avete un bell’oceano nel mezzo e non lo sentite ora, ma lo sentirete in futuro”, riproponendo la solita consuetudine dell’Ucraina come baluardo dell’occidente contro le mire espansionistiche di Putin.
È solo a questo punto che Trump non accetta il copione che Zelensky aveva con successo recitato così tante volte con Biden che firmava assegni a piè di lista e ricorda all’ucraino la situazione disastrosa in cui lui stesso si era cacciato, e da cui Trump cerca di tirarlo fuori.
Qualsiasi osservatore neutrale capisce che è stato Zelensky ad avere combinato un disastro diplomatico; lo conferma l’atteggiamento dell’ambasciatrice ucraina a Washington, ripresa dalle telecamere con le mani sul volto che dice a bassa voce “No, non è possibile”.
Se fosse necessario inviare forze europee di mantenimento della pace in Ucraina, la Danimarca è pronta a fornire truppe. È quanto affermano il ministro degli Esteri Lars Rasmussen e il ministro della Difesa Troels Lund Poulsen dopo una riunione della Commissione per la politica estera, come riporta il quotidiano danese Rt. “È importante che noi in Europa inviamo i segnali giusti sia a Putin che a Washington. È quello che facciamo oggi quando diciamo: se si dovesse arrivare al punto in cui fosse necessaria una presenza europea per raggiungere un cessate il fuoco o un accordo di pace, allora la Danimarca è in linea di principio pronta”, afferma Lars Rasmussen. Tuttavia, aggiunge il ministro della Difesa, non ci sono ancora piani concreti sul tavolo.
Il comandante delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, ha fatto sapere con un posto su facebook di aver preso la decisione di “rinforzare” le truppe all’interno della regione russa di Kursk con “le forze e i mezzi necessari”. Syrsky ha riferito che la situazione nell’area “resta sotto il controllo delle forze di difesa ucraine” e che il nemico “subisce notevoli perdite di uomini e di equipaggiamento”. Quanto agli insediamenti che Mosca rivendica di aver riconquistato “in realtà non esistono più” in quanto “sono stati distrutti dal fuoco dell’aggressore”.
Il primo ministro britannico Keir Starmere ha avuto un colloquio con il presidente Usa, Donald Trump. Lo rende noto Downing street, secondo cui Starmer ha detto al presidente Usa di sperare in un “esito positivo” per la ripresa degli aiuti statunitensi a Kiev
Il segretario di Stato americano, Marc Rubio, ha giudicato “promettente” l’idea di un cessate il fuoco parziale. Secondo il Financial Times, gli inviati di Kiev metteranno sul tavolo la proposta di una tregua parziale ai negoziati bilaterali Usa-Ucraina che si sono tenuti a Gedda.
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha auspicato di poter “risolvere” la questione del taglio degli aiuti Usa all’Ucraina nei colloqui previsti in questi giorni a Riad tra delegazioni americane e ucraine.
L’Ucraina “rafforzerà” il suo contingente militare impegnato a combattere nella regione russa di Kursk, dove le truppe russe hanno rivendicato significativi progressi negli ultimi giorni, ha annunciato il capo delle forze armate. “Ho deciso di rafforzare il nostro gruppo con le forze e i mezzi necessari, tra cui la guerra elettronica e componenti senza pilota (droni)”, ha affermato su Facebook Oleksandr Sirski, capo dell’esercito ucraino che ha invaso la regione di Kursk ad agosto.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in Arabia Saudita per colloqui con il principe ereditario Mohammed bin Salman (MbS). “Siamo atterrati a Gedda”, ha detto un funzionario ucraino all’Afp. Zelensky non parteciperà ai negoziati di domani tra le delegazioni ucraina e statunitense previsti sempre a Gedda.
In Ucraina “abbiamo bisogno di un buon accordo di pace, sia per gli ucraini che per la pace nel mondo”, perché la Cina potrebbe approfittare di un cattivo accordo. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in un intervento all’Università di Sarajevo. “Penso che sia positivo che il presidente Trump abbia cercato di sbloccare la situazione in Ucraina. Ma naturalmente non c’è ancora un accordo di pace. E’ ancora tutto in divenire. Domani ci sarà un incontro tra gli ucraini e gli Stati Uniti e c’è stato un incontro tra gli Stati Uniti e i russi, e da qui dobbiamo ripartire. In Europa si sta pensando a come potrebbe essere una missione di garanzia di sicurezza, in caso sia necessaria per preservare il cessate il fuoco. Penso quindi che tutto ciò sia positivo e spero che presto ci arriveremo”, ha detto. “Ovviamente, deve essere un buon accordo, perchè c’è una persona che alla fine giudicherà l’esito di tutto questo, ed è il segretario generale del Partito comunista cinese, Xi Jinping. Se riterrà che sia stata la Russia a spuntarla e non l’Occidente, comincerà a pensare che si tratti di uno sviluppo interessante e di cosa possa significare per le sue ambizioni.Conosciamo le sue ambizioni nel Pacifico e sappiamo che gli Stati Uniti sono molto preoccupati”, ha concluso.
I funzionari militari di oltre 30 Paesi dovrebbero partecipare domani, martedì, ai colloqui a Parigi sulla creazione di una forza di sicurezza internazionale per l’Ucraina. Lo ha dichiarato all’Associated Press un funzionario militare francese, spiegando che una tale forza internazionale avrebbe lo scopo di dissuadere la Russia dal lanciare un’altra offensiva dopo l’entrata in vigore di un eventuale cessate il fuoco. La lunga lista di partecipanti includerà anche paesi asiatici e dell’Oceania, che si uniranno ai colloqui da remoto. La composizione internazionale dei colloqui offre un’indicazione di quanto ampiamente Francia e Regno Unito – che stanno lavorando insieme alla pianificazione – stiano cercando di coinvolgere più paesi possibile per creare quella che il funzionario ha descritto come una coalizione di nazioni “pronte e disposte” a partecipare allo sforzo per salvaguardare l’Ucraina in caso di cessate il fuoco.
“La condivisione di intelligence con l’Ucraina sarà discussa negli incontri di questa settimana”. Lo ha detto Steve Witkoff, l’inviato di Trump, in un’intervista a Fox, nella quale ha detto di attendersi sostanziali progressi con Kiev dagli incontri in Arabia Saudita.