Zelensky: ‘Pronto a lavorare con Trump per la pace. Accordo sui minerali verso la firma’. Von der Leyen: ‘800 miliardi per il riarmo’

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Il Cremlino ha valutato come “positiva” la dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di essere “pronto” ad avviare trattative per la pace sotto la “forte leadership” di Donald Trump. “Pronto è buono, è positivo”, ha detto telegraficamente il portavoce, citato dall’agenzia Ria Novosti, rispondendo a una domanda di un giornalista che riferiva le parole di Zelensky.

Dall’Europa sono in arrivo all’Ucraina “più sistemi, più missili, ulteriori capacità per proteggere le nostre città e i nostri villaggi, le nostre posizioni” per costituire “una difesa aerea aggiuntiva” e una “solida base per i nostri sforzi volti a porre fine alla guerra”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo che ha avuto un giro di consultazioni con una serie di leader europei, tra i quali il premier britannico Keir Starmer, il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz, oltre che con il segretario generale della Nato Mark Rutte.

Stati Uniti e Ucraina firmeranno l’accordo sulle terre rare. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato l’intesa nel suo discorso al Congresso. in programma stasera. Le fonti hanno però invitato alla cautela, rimarcando che l’accordo deve ancora essere firmato e che la situazione potrebbe cambiare.

“Zelensky mi ha scritto una lettera, è pronto a sedersi al tavolo per una pace duratura ed è pronto a firmare l’accordo sulle terre rare”. Con un discorso di un’ora e quaranta minuti – il più lungo mai tenuto da un presidente durante un primo intervento davanti al Congresso – Donald Trump ha celebrato i risultati ottenuti nei primi 45 giorni della sua presidenza e svelato molti temi cardine della sua amministrazione. Pace, dazi, America first, Panama, Groenlandia. E, nello spazio: “Andremo su Marte e oltre e pianteremo la bandiera americana”. Ma la migliore notizia, sul fronte della guerra in Ucraina, è la possibilità di un accordo a breve sulle terre rare, propedeutico a un tavolo di pace con la Russia, dopo le aperture da parte di Zelensky.

Riferendosi a Elon Musk e al neonato Dipartimento per l’Efficienza del Governo, Trump ha affermato che “tutti qui”, compresi i Democratici, apprezzano il lavoro della nuova agenzia. Ha poi dichiarato, contraddicendo quanto spiegato precedentemente dalla Casa Bianca, che Musk è “a capo del Doge”. Il presidente ha poi chiarito ancora una volta che chi si opporrà alle politiche del Doge, rischierà il licenziamento.

Sul fronte economico, Trump ha proposto di rendere permanenti i tagli fiscali approvati durante il suo primo mandato e di varare una legge per eliminare le tasse su mance e straordinari, tra le altre misure. Ha inoltre attribuito al suo predecessore Biden (“il peggiore presidente della storia”) la colpa per l’aumento dei prezzi delle uova.

Il presidente americano ha giurato di “fare la guerra” ai cartelli della droga messicani, che ha accusato di stupri e omicidi e di “rappresentare una grave minaccia” per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. “I cartelli stanno facendo la guerra all’America ed è ora che l’America faccia la guerra ai cartelli, cosa che stiamo facendo”, ha detto Trump riferendosi alla recente designazione di diversi cartelli latinoamericani come organizzazioni terroristiche straniere.

Sul tema dei dazi, Trump ha affermato che le sue politiche commerciali “renderanno di nuovo ricca l’America“, pur ammettendo che “potrebbe esserci un piccolo disturbo”e un “periodo di adattamento”. Ha poi annunciato che i dazi di ritorsione, che imporranno tariffe equivalenti a quelle applicate dagli altri Paesi, entreranno in vigore il 2 aprile.

Il piano da 800 miliardi per il riarmo dell’Ue di der Leyen
«La questione non è più se la sicurezza dell’Europa sia minacciata in modo reale o se l’Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. In verità, conosciamo da tempo le risposte a queste domande. La vera domanda che abbiamo di fronte è se l’Europa è disposta ad agire con la decisione che la situazione richiede. E con la rapidità e l’ambizione necessarie». La risposta delle capitali europee, dice von der Leyen, è stata «tanto clamorosa quanto chiara»: «Siamo in un’era di riarmo. L’Europa è pronta aumentare massicciamente la spesa per la difesa per la nostra sicurezza».

I cinque punti di “Rearm Europe”
Rearm Europe, elaborato in vista del summit straordinario di oggi, si struttura su cinque pilastri. Il primo riguarda la possibilità per gli Stati membri di utilizzare finanziamenti pubblici e di difesa a livello nazionale, attivando la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita. «Dobbiamo consentire loro di farlo», spiega von der Leyen. «Se gli Stati membri aumentassero la spesa per la difesa in media dell’1,5% del Pil, ciò potrebbe creare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni».

Von der Leyen: “Spendere meglio e spendere insieme”
Il secondo punto introduce un nuovo strumento dell’Unione: «Fornirà 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa», spiega nel puto stampa la presidente della Commissione, senza tuttavia consentire domande. «Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e di spendere insieme». L’obiettivo è sviluppare capacità paneuropee in settori chiave come difesa aerea, sistemi missilistici e di artiglieria, munizioni, droni e sistemi antidrone.

Tutto «per rispondere anche ad altre esigenze, dalla mobilità informatica a quella militare, ad esempio», aggiunge von der Leyen. Ciò aiuterà gli Stati membri a mettere insieme la domanda e ad acquistare congiuntamente». Ma c’è anche un altro aspetto: «Con queste attrezzature, gli Stati membri possono aumentare in modo massiccio il loro sostegno all’Ucraina. Questo approccio di appalti congiunti ridurrà anche i costi. Ridurrà la frammentazione, ma aumenterà l’interoperabilità e, naturalmente, rafforzerà la nostra base industriale di difesa».

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