Sull’ingresso di Kiev nella Nato “la maggior parte dei Paesi ci ha supportato, ma quattro, in particolare, no: la Germania, la Slovacchia, l’Ungheria e gli Stati Uniti. In tutti e quattro questi Paesi tutto dipende dagli Usa: penso che se Trump dicesse che è il momento per far entrare Kiev nell’alleanza, lo seguirebbero tutti”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista a Davos coi principali media internazionale, di cui La Stampa oggi riporta i principali concetti chiave. “L’Europa deve affermarsi come un attore forte e globale, come un attore indispensabile”, ha detto Zelensky. “Abbiamo bisogno di una politica di sicurezza e difesa europea unitaria, e tutti i paesi devono essere disposti a spendere quanto è realmente necessario. Se occorre il 5% del Pil, allora sia il 5%. E non bisogna giocare con le emozioni delle persone sostenendo che la difesa vada a scapito della sanità, delle pensioni o di qualcos’altro: non sarebbe affatto giusto”, insiste il presidente ucraino. Parlando delle trattative per concludere la guerra con la Russia, per il leader ucraino “non si può avviare alcun negoziato senza l’Ucraina, perché sarebbe una sconfitta. Non si può permettere a Putin di uscire indenne da questa storia: deve sapere di aver violato le regole, di aver sbagliato. Bisogna affrontarlo da una posizione di forza. Iniziare a parlare con lui, alle sue condizioni, per Kiev sarebbe inaccettabile”. E quando, finita la guerra, dovrà esserci una forza di pace per proteggere l’Ucraina, essa dovrà essere composta da “duecentomila persone da tutta Europa, è il minimo. Ma penso che la Nato sia la soluzione migliore, la più conveniente. Minacce di questo tipo possono essere contrastate solo insieme”.
Zelensky: “Sull’ingresso nella Nato quattro Paesi non ci hanno supportato”
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